“Al lavoro non ha mai creato alcun problema. Certo era un carattere forte che si sapeva fare rispettare. Se avesse problemi psichici non ce ne siamo accorti”.

I colleghi della Rap, l’azienda municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo descrivono così Giuseppe Cangemi di 62 anni residente alla Kalsa accusato dell’omicidio del cognato Stefano Gaglio ieri davanti alla farmacia Sacro Cuore in via Oberdan a Palermo. Il dipendente proviene dal bacino Amia essemme ed è impegnato nello svuotamento dei cestini in città.

Nella società di gestione dei rifiuti lavorano due parenti dell’uomo fermato per il delitto. Per l’avvocato il delitto sarebbe senza movente, ma per i colleghi della Rap la vicenda della villetta donata alla sola famiglia della vittima sembra una movente piuttosto probabile per spiegare le tensioni degli ultimi tempi tra i parenti.