Tra corde, voci e vertigini, Villa Bellini si è trasformata, ieri, lunedì 15 settembre, in un teatro a cielo aperto dove realtà e meraviglia si sono fuse in un unico respiro. “CircusOperaShow. Da Bellini in poi” ha acceso Catania con uno spettacolo fuori dagli schemi, capace di unire lirica e circo contemporaneo in un intreccio potente di suoni, corpi ed emozioni.
Il pubblico, numerosissimo, ha vissuto un’esperienza totalizzante: una sinestesia di suoni, gesti e meraviglia. La voce di Angela Nisi ha aperto il sipario sonoro con un’intensa “Mercè, dilette amiche”, seguita dal baritono Matteo D’Apolito che ha infiammato la platea con il suo “Largo al factotum” e dall’eleganza drammatica di Max Jota in “E lucevan le stelle” e “Vesti la giubba”.
A fare da contrappunto, le acrobazie vertiginose degli artisti del Circo El Grito: corpi che sfidano la fisica, l’equilibrio e l’immaginazione, intrecciandosi perfettamente con i momenti musicali. Non si è trattato di una semplice coreografia, ma di una vera e propria regia fisica e drammaturgica, capace di raccontare con ogni salto, rotazione e sospensione nel vuoto.
Il merito di questa alchimia perfetta va anche all’Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria e alla visione del maestro Roberto Molinelli, autore di arrangiamenti audaci e travolgenti: dal Carmina Burana Rock al Queen’s Medley, da “Nel blu dipinto di blu” a “Con te partirò”, fino al potente “Nessun dorma”.
Lo spettacolo è andato ben oltre l’intrattenimento: è stato un manifesto. Un esperimento riuscito che dimostra come lirica e circo, pur parlando linguaggi diversi, condividano la stessa vocazione: stupire, commuovere, lasciare il segno. Un’operazione coraggiosa, che guarda al futuro senza tradire la grande eredità belliniana.
E il viaggio continua stasera con “I giorni di Napoli”
Dopo il trionfo di ieri, l’appuntamento di stasera promette nuove emozioni. Alle 21, al Palazzo della Cultura (ex Cortile Platamone), debutta in prima assoluta “I giorni di Napoli”, un concerto-racconto che unisce il pianoforte di Francesco Nicolosi, la voce narrante, il testo originale di Maurizio de Giovanni e il canto del soprano Maria Knihnytska.

Francesco Nicolosi
Lo spettacolo è un viaggio nella memoria e nell’identità. De Giovanni – che definisce Napoli “una città che non si spiega, ma si ascolta” – ha scritto una lettera-confessione nei panni del giovane Bellini. Un ragazzo spaesato, venuto dalla Sicilia con una valigia piena di sogni e note. Un giovane che scopre Napoli come un urto emotivo, dove “la musica non è solo piacere, ma resistenza, memoria, vita”.
Accanto al racconto, una selezione raffinata di arie belliniane e parafrasi pianistiche di Sigismund Thalberg e Franz Liszt, tra cui “Casta diva”, “Qui la voce sua soave”, “Oh, quante volte” e “Ah, non credea mirarti”. Nicolosi (tra i massimi interpreti viventi di Thalberg) e Knihnytska, soprano dalla vocalità elegante e intensa, daranno corpo a un evento intimo, colto e profondamente emotivo.
Con il Bellini International Context Catania si è ritrovata in pochi giorni al centro di un laboratorio artistico senza confini, dove la tradizione incontra la creatività e la bellezza si rinnova in forme inattese. Da Villa Bellini al Palazzo della Cultura, la rassegna, giunta alla quinta edizione, mostra come il lascito del Cigno non sia solo patrimonio da custodire, ma materia viva da reinventare, condividere, far vibrare. Lirica, circo, racconto e memoria si susseguono come capitoli di un’unica narrazione: quella di un’arte capace di emozionare ancora, di parlare al presente e di riaccendere lo stupore.
Per maggiori informazioni sui prossimi spettacoli è possibile consultare il programma e prenotare sul sito ufficiale del Bellini International Context o su Eventbrite.





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