Palermo 16 ottobre 2025 – La situazione critica della Seli-Kab all’attenzione della Regione. Sollecitata da Fiom, Fim e Uilm, che chiedevano l’apertura di un tavolo di crisi permanente, si è svolta l’audizione sulle prospettive industriali e occupazionali dello stabilimento. All’esame della III commissione Attività produttive all’Ars: lo stato di crisi dell’azienda di elettronica del gruppo Tecno System spa (Mercenasco, Torino), sita nell’area industriale di Carini, investita dal consistente calo di commesse nel settore dell’automotive.
I segretari generali di Fiom Cgil Palermo e Sicilia, Fim Cisl Palermo Trapani, Uilm Uil Palermo Francesco Foti, Antonino Nobile e Giovanni Gerbino, con le Rsu di Fiom Carmelo Calò e di Uilm Franco Bruno, hanno esposto le condizioni attuali in cui l’azienda, realtà che fatturava 30 milioni di euro fino al 2024, si trova a operare, per la prolungata stagnazione dell’industria automobilistica, che ha messo in crisi la fornitura di sistemi elettronici ai maggiori produttori internazionali.
“Ringraziamo il presidente della terza commissione, Gaspare Vitrano, e il deputato Adriano Varrica che ha chiesto l’audizione, per aver preso in carico questa vertenza – affermano i segretari di Fiom Cgil, Fim Cisl Uilm Uil e le Rsu – Attendiamo di ricevere dei riscontri sulle possibili soluzioni per carichi di lavoro futuri. La commissione proporrà alla Regione di interfacciarsi con il governo, per aprire un tavolo di crisi direttamente al Mimit”.
All’incontro erano anche presenti Tiziano Ianni, presidente del gruppo Tecno System, Ugo Mancuso, direttore di Seli-kab e per Sicindistria il presidente Luigi Rizzolo e Maria Colosimo. Non ha partecipato all’audizione l’assessore Edmondo Tamajo: i sindacati restano in attesa di essere da lui convocati.
“Abbiamo rappresentato la situazione complessa che sta attraversando la Seli-Kab e chiesto di supportare l’azienda, che rappresenta una realtà unica nella Sicilia occidentale, per dare continuità lavorativa e occupazionale ai120 lavoratori, in cassa integrazione ordinaria dal 20 gennaio- aggiungono Fiom, Fim e Uilm – Bisogna identificare soluzioni lavorative alternative alla mancanza di commesse. I lavoratori sono altamente qualificati e ci sarebbe la possibilità di diversificare la produzione, prendendo ad esempio la grande attività del gruppo Leonardo. C’è anche il problema della sede dove attualmente si trovano, sulla quale è in corso un contenzioso legale. Anche per la sede, occorre una soluzione per garantire la continuità del sito industriale in una struttura adeguata. Chiediamo al governo regionale di attivarsi. Non si può correre il rischio di disperdere professionalità qualificate e posti di lavoro, in un territorio come il nostro, che ha assistito per troppo tempo alla fuga dei grandi gruppi”.
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