Torna il bonus edilizio ma in salsa siciliana. Con l’approvazione della Legge di Stabilità siciliana da parte della giunta rinasce anche un provvedimento teso a sostenere il settore.

La norma edilizia a fianco di quelle per il lavoro

La norma stanzia 15 milioni per ciascun anno del triennio 2026-2028 da destinarsi alle persone fisiche e ai condomini che realizzino interventi di consolidamento strutturale, riqualificazione energetica delle facciate, interventi di efficientamento energetico e interventi per l’autoconsumo da fonti rinnovabili. La misura prevede contributi pari al 50 per cento delle spese.

Le misure per il lavoro fanno la parte del leone

E’ l’ultima novità inserita in una finanziaria che vale 1 miliardo e duecento milioni di euro nella quale la parte del leone la fanno le misure per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato che valgono 220 milioni di euro. Fra questi 20 milioni saranno utilizzati per la misura chiamata Sicily Working ovvero un contributo a fondo perduto del valore di 30mila euro, per le imprese che effettuano nuove assunzioni a tempo indeterminato consentendo di lavorare a distanza nel territorio della regione. Sono, poi, previsti contributi per 10 milioni per stimolare gli investimenti nelle istituende super Zes

Le altre voci di spesa primaria

Confermati per i Comuni 350 milioni di euro a titolo di trasferimenti ordinari e 115 milioni a titolo di contributi per gli investimenti; altri 108 milioni a titolo di trasferimenti ordinari a favore delle ex Province. Confermate anche le risorse per il personale esterno della Regione e gli ex precari stabilizzati.

Una finanziaria che piace alle imprese

“Confcommercio Sicilia esprime il proprio pieno sostegno alle misure economiche predisposte dalla Regione con particolare riferimento all’impegno profuso dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino che, insieme al governo presieduto da Renato Schifani, ha dimostrato una visione chiara e concreta per lo sviluppo del territorio” dice Gianluca Manenti, presidente regionale di Confcommercio Sicilia.

“Si tratta di una manovra – prosegue Manenti – che guarda con attenzione al tessuto produttivo dell’isola, incentivando l’assunzione a tempo indeterminato e sostenendo gli investimenti attraverso contributi dedicati alle Super Zes e al settore edilizio. Queste misure rappresentano un segnale importante per le imprese siciliane, che potranno beneficiare di un contesto più favorevole alla crescita e all’occupazione stabile”.

“Questa legge di stabilità – conclude Manenti – non solo punta a rafforzare l’occupazione e a sostenere le imprese, ma dimostra anche una forte attenzione al sociale e ai bisogni dei territori. Il governo regionale ha così dimostrato di saper coniugare rigore e sviluppo, responsabilità e crescita, restituendo fiducia ai cittadini e alle imprese. Confcommercio Sicilia è pronta a collaborare con le istituzioni per promuovere l’attuazione di queste misure e favorire una crescita sostenibile e duratura per la nostra regione”.

M5s: “Ci copiano misure che hanno criticato e cassato a Roma”

Irridente il commento del Movimento 5 stelle che parla di misure fotocopia di quelle messe in campo dal governo Conte e poi cassate a Roma dal governo meloni prima di essere copiate a Palermo dal governo Schifani.

“Dopo il reddito di cittadinanza rivisto (male) e camuffato, Schifani prova ad andare in soccorso all’edilizia che annaspa dopo la fine dell’onda lunga dei benefici garantiti dal bonus 110%, che evidentemente andava sì rivisto e migliorato, ma non sabotato prima e poi cancellato del tutto, condannando a morte un settore che aveva provato a rialzare la testa e trainare la ripresa dell’economia” afferma il coordinatore siciliano del M5S, Nuccio Di Paola, commentando le indiscrezioni sulla finanziaria che si accinge a sbarcare all’Ars.

“Il superbonus, che per inciso quasi tutto il governo Meloni ha pressato per prorogare prima di fare una clamorosa retromarcia – dice Di Paola – è stato criminalizzato perché sono stati analizzati e contrabbandati urbi et orbi solo i costi della misura, senza prendere in considerazione i tanti benefici che ha prodotto, come hanno sottolineato a vario titolo Nomisma, Censis, Bankitalia, Eurostat e perfino la Commissione Europea, che suggeriva di estenderlo ad altri Paesi. Non sono mai state prese in considerazione, infatti, dalla propaganda di regime, le somme rientrate subito sotto forma di Iva, Ires, maggiore produzione e occupazione, e la riduzione delle spese sotto forma di sussidi e cassa integrazione, e si potrebbe continuare”.