La tutela delle acque e dei mari rappresenta una delle grandi sfide del nostro tempo: cambiamenti climatici, inquinamento, diffusione di plastiche e specie aliene, resistenza antimicrobica e nuove esigenze produttive legate all’acquacoltura mettono alla prova la salute degli ecosistemi acquatici e, con essa, la sicurezza alimentare e la salute collettiva. In questo scenario, la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Italiani è impegnata, anche con progetti di cooperazione internazionale, in un ampio programma di sorveglianza epidemiologica, diagnostica, monitoraggio e ricerca per la salvaguardia del benessere delle acque e degli ambienti marini – un ambito in cui ambiente, salute animale e salute umana si intrecciano profondamente. 

Un ruolo chiave lo svolge la Sicilia con il lavoro dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “A. Mirri” attraverso attività di ricerca e cooperazione scientifica ad ampio raggio.


 “L’IZS della Sicilia conferma il proprio impegno strategico nella tutela dell’ambiente marino e degli ecosistemi acquatici – dichiara il Direttore Generale dell’IZS della Sicilia Francesca Di Gaudio –. Operiamo con un approccio integrato che unisce salute pubblica, benessere animale, sicurezza alimentare e protezione degli habitat naturali, attraverso analisi microbiologiche, chimiche e virologiche su molluschi, pesci e crostacei provenienti dalle acque marine e interne. Una parte essenziale del nostro lavoro riguarda la tutela della fauna marina e delle specie protette. Non solo: attraverso il Centro di Referenza Nazionale per le Tartarughe Marine (C.Re.Ta.M.), l’Istituto affronta sfide ambientali sempre più pressanti, legate all’inquinamento e all’impatto antropico nei mari del Mediterraneo”.

“Tra i progetti più significativi – prosegue Di Gaudio – vi è quello finanziato dalla WOAH, che ci vede coordinatori insieme a partner scientifici nazionali e nordafricani. Utilizzando la Caretta caretta come organismo sentinella, il progetto monitora la diffusione dei geni di resistenza antimicrobica e degli inquinanti ambientali, rafforzando al contempo la rete di strutture di recupero e collaborazione lungo le coste del Mediterraneo. Siamo inoltre impegnati nello studio dell’impatto delle plastiche sul microbiota intestinale delle tartarughe marine e nella diffusione di patogeni e geni di resistenza agli antibiotici, con l’obiettivo di comprendere il legame tra inquinamento, salute animale e salute umana. Collaboriamo poi con l’Università di Palermo e il CNR per individuare, attraverso un approccio multidisciplinare, le aree prioritarie per la conservazione e migliorare la rete di recupero tra Sicilia e Sardegna. Infine, con il CNR abbiamo sviluppato un progetto pilota per la progettazione di protesi di pinna per esemplari adulti di Caretta caretta mutilati, con l’obiettivo di consentirne la reintroduzione in natura. È un’iniziativa che coniuga sostenibilità, innovazione e tutela della biodiversità, e riflette pienamente la nostra visione One Health: la salute degli animali e degli ecosistemi è la base su cui si fonda la salute delle persone”. 


Dalle grandi isole del Mediterraneo, la Rete rilancia il valore della conoscenza condivisa e della ricerca come strumenti per proteggere l’ambiente e la salute pubblica.

“Tutelare le acque e i mari significa garantire un patrimonio naturale da tramandare alle future generazioni – spiega Simonetta Cherchi, Direttore Generale dell’IZS della Sardegna – e assicurare un ecosistema sostenibile, ancor di più in ragione delle caratteristiche specifiche della nostra Regione. Le acque rappresentano, per la Sardegna in particolare, un patrimonio naturale di inestimabile valore, essenziale per la tutela della biodiversità e per attività come acquacoltura, pesca e turismo. In tale contesto la condivisione di know-how ed esperienze è fondamentale. Progetti come Aquae Strength rafforzano le capacità diagnostiche, migliorano la sorveglianza epidemiologica e promuovono un uso più responsabile dei medicinali veterinari nella produzione ittica, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità delle produzioni.”

Un lavoro di rete che trova continuità anche nel Nord-Est, dove l’IZS delle Venezie è da anni punto di riferimento per la ricerca in ambito acquatico e per la cooperazione internazionale.


“Gli Istituti Zooprofilattici sono oggi protagonisti di una rete di collaborazioni dal Mediterraneo fino all’Asia centrale e al Sud-Est asiatico – sottolinea Giuseppe Arcangeli, direttore del Centro di Referenza Nazionale per le malattie dei pesci, molluschi e crostacei –. Iniziative come Aquae Strength e Central Aqua rafforzano la sicurezza alimentare dei prodotti ittici, Tarta-Net tutela la biodiversità del Mediterraneo monitorando lo stato di salute della tartaruga marina comune e la diffusione di geni di antibiotico-resistenza. Oltre alla ricerca e alla diagnostica avanzata, l’Istituto è impegnato su progetti mirati come quello sul granchio blu, che minaccia la biodiversità del Delta del Po, e partecipa a programmi europei come FuturEUAqua, per rendere l’acquacoltura più resiliente e sostenibile. È un lavoro di squadra che mette la scienza al servizio della salute pubblica e della tutela ambientale.”

Dalla Sardegna al Nord-Est, fino alla Sicilia, l’impegno della Rete si muove lungo un’unica direttrice: mettere la conoscenza scientifica al servizio della tutela degli ecosistemi acquatici e della biodiversità mediterranea. La tutela delle acque e dei mari, dunque, non è solo un impegno ambientale ma un investimento nella salute e nel futuro: un percorso che la Rete IZS porta avanti ogni giorno con competenze scientifiche, visione condivisa e spirito di collaborazione.

Luogo: Via Gino Marinuzzi, 3, PALERMO, PALERMO, SICILIA

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