Lunedì 1° dicembre verrà intitolata a Rosario Livatino la sala convegni della Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate di via W. Konrad Roentgen a Palermo. Prima di entrare in magistratura, il giudice ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 era stato vicedirettore dell’Ufficio del registro ad Agrigento. Alla cerimonia, che inizierà alle ore 10, prenderanno parte il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo; il Sostituto procuratore nazionale Antimafia e antiterrorismo, Nino Di Matteo; l’Arcivescovo metropolita di Palermo, Corrado Lorefice, e il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone.
L’esperienza all’Ufficio del registro di Agrigento – Dopo avere conseguito, nel 1975, la laurea in giurisprudenza all’università di Palermo, Livatino viene assunto come vicedirettore presso l’Ufficio del registro di Agrigento. Un’esperienza di grande intensità professionale e affettiva. Quando, nel luglio 1978, riceve il fonogramma che gli annuncia l’inizio della carriera di magistrato, Livatino esprime profondo dispiacere per il fatto di dover lasciare l’Ufficio e il suo ambiente umano.
La carriera in magistratura e l’assassinio – Nel 1979 viene nominato sostituto procuratore presso il Tribunale di Agrigento, dove porta avanti con rigore ed equilibrio complesse indagini sulla criminalità organizzata e nel 1989 diventa giudice penale. La mattina del 21 settembre 1990, lungo la statale Agrigento-Caltanissetta, la sua automobile viene speronata. Il giudice Livatino cerca di allontanarsi a piedi ma viene raggiunto da quattro sicari e ucciso. Gli autori dell’omicidio sono stati assicurati alla giustizia e condannati. Il 9 maggio 2021 Rosario Livatino è stato proclamato Beato.






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