Semina 2025/2026 Giardino della kolymbethra

Una linea genetica che attraversa i secoli e ritorna viva nel cuore della Sicilia antica

Il progetto Chiattulidda Licatisi prosegue come un laboratorio vivente di ricerca cerealicola, conservazione genetica e antropologia agricola. La varietà di grano duro autoctona, selezionata nei secoli in ambiente mediterraneo, rappresenta un pool genetico resiliente, modellato da pressioni climatiche, tecniche di coltivazione storiche e microecologie agrarie del territorio licatese.

Il ritorno della Chiattulidda nel Giardino della Kolymbethra, all’interno della Valle dei Templi, interessa non solo la dimensione culturale, ma anche quella scientifica e sperimentale. Questo habitat, caratterizzato da suoli calcarei, sistemi irrigui storici e stratificazioni agronomiche millenarie, costituisce un contesto ideale per l’osservazione di: adattabilità idrica e termica in scenari climatici mediterranei, risposta alle fitopatie in ambiente naturale poco trattato, potenziale produttivo in sistemi agricoli a basso input, caratteristiche morfologiche della spiga, della granella e della cariosside, qualità panificatorie e pastificatorie legate alle proteine del glutine.

La semina 2025/2026 non è perciò solo una pratica agricola, ma un trial dinamico di conservazione in situ, in cui il grano non viene archiviato, ma rimesso in circolazione ecologica. Ogni ciclo colturale diventa un capitolo della sua storia evolutiva: il seme osserva, risponde, muta, trasmette.


Memoria biologica e memoria umana

Accanto alla genetica cerealicola esiste la genetica del gesto.

La Chiattulidda non è soltanto un corredo di codici molecolari, ma un archivio antropologico che conserva i ritmi agricoli, i saperi di trasformazione alimentare, le economie rurali preindustriali.

Giuseppe Lo Pilato, agronomo e responsabile paesaggistico della Kolymbethra, e Tony Rocchetta, agricoltore custode della varietà, hanno voluto riportare in vita simultaneamente entrambe le memorie: la memoria biologica del seme e la memoria culturale delle mani che lo hanno custodito.


Questa sinergia tra professionisti, luogo e patrimonio genetico permette di studiare come una varietà antica possa diventare strumento di resilienza alimentare contemporanea, soprattutto in un tempo di crisi climatica, erosione genetica e standardizzazione agroindustriale.

Un seme non è passato. Un seme è futuro in potenza. La Chiattulidda che torna a germinare nella Kolymbethra non è un reperto: è un organismo vivo che dialoga con la scienza, con la storia e con il domani.

Il progetto continua. Perché preservare non significa custodire ciò che è stato, ma garantire ciò che potrà ancora nascere.

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