Dopo anni di incertezze, procedure d’asta e tentativi di rilancio, l’Autodromo di Siracusa è pronto ad essere definitivamente ceduto. La Commissione straordinaria di Liquidazione del Libero Consorzio Comunale ha infatti accolto l’offerta per l’acquisto del circuito storico per 3.036.000 euro, versando già un deposito cauzionale di circa 152 mila euro ad agosto scorso. Lo ha confermato lo stesso Libero Consorzio in risposta a un’interrogazione del consigliere provinciale Cosimo Burti, che aveva chiesto maggiori dettagli sulla vicenda. L’atto di compravendita dovrà essere formalizzato entro febbraio 2026.
Cosa diventerà
Il progetto presentato dall’acquirente straniero per l’autodromo prevede la trasformazione dell’area in un “Motor Sport Resort”, un complesso che integrerà servizi ricettivi, aree espositive, spazi commerciali e attrazioni legate alla cultura motoristica, con l’obiettivo di creare un polo di attrazione turistico e sportivo internazionale. Questa visione segue l’idea di diversificare l’offerta turistica del territorio, puntando non solo sul patrimonio storico e culturale, ma anche su nuove forme di turismo esperienziale e specializzato.
Le aste
La pista, uno dei simboli dello sport automobilistico isolano, è stata negli ultimi anni oggetto di cinque aste pubbliche, nel 2020, due nel 2021, una nel 2022 e un’altra nel 2023, oltre a un invito a manifestare interesse con scadenza lo scorso maggio, senza che nessuna procedura avesse portato fino a oggi a una conclusione positiva.
Dal boom motoristico al commissariamento
Il circuito, realizzato nel secondo dopoguerra, ha rappresentato per decenni uno dei fulcri dell’automobilismo italiano. Dal 1951 al 1967 ha ospitato 16 edizioni del Gran Premio di Siracusa, manifestazione di alto profilo che vedeva in pista vetture di Formula 1 in gara, seppur fuori dal calendario del mondiale, attirando piloti e pubblico da tutta Europa. Oltre alla Formula 1, sul tracciato si disputarono gare di Formula 2, la Coppa d’Oro di Sicilia e la Tre Ore Notturna.
L’inagibilità
La struttura fu però dichiarata inagibile nel 1969, e da allora ha conosciuto un lento declino, pur restando un simbolo di un’epoca d’oro per Siracusa e per la Sicilia motoristica. Nel 2013 furono stanziati fondi per il suo ammodernamento ai fini dell’omologazione FIA, ma quei lavori non furono mai pienamente realizzati e l’autodromo entrò gradualmente in un lungo stato di abbandono.
La crisi economica del Libero consorzio
A causa delle difficoltà finanziarie e dell’impatto della normativa che ha portato alla soppressione delle province, il Libero Consorzio, in fase commissariale e con problemi di liquidità, ha deciso di mettere all’asta non solo il circuito automobilistico, ma anche altri beni immobili di pregio, tra cui l’ex Carcere Borbonico di Ortigia. Anche quest’ultimo immobile storico è stato oggetto di asta e ceduto: l’acquirente ha versato circa 3,8 milioni di euro per la sua trasformazione in una struttura ricettiva di lusso, dando così una nuova prospettiva di valorizzazione dopo anni di degrado e sequestri per pericolo di crollo dovuti all’abbandono.
Gli interessi della Pirelli
Negli anni scorsi, attorno al circuito si erano ventilate anche altre ipotesi di investimento, tra cui proposte di rilancio legate al mondo delle competizioni e allo sviluppo motoristico. In passato, diverse aziende e realtà del settore, tra cui il Gruppo Pirelli e l’ACI, avevano espresso interesse per iniziative di valorizzazione del circuito, pur senza che tali progetti si concretizzassero pienamente.
Una storia di eccellenza sportiva
La storia del Circuito di Siracusa è intrecciata con l’evoluzione dell’automobilismo italiano ed europeo. Le edizioni del Gran Premio di Siracusa, pur non valide per il campionato mondiale di Formula 1, rappresentavano un appuntamento di grande prestigio nel panorama motoristico internazionale. La manifestazione tradizionale in primavera costituiva spesso la prima grande prova dell’anno per molti team e piloti, contribuendo a posizionare Siracusa sulla mappa delle grandi corse.






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