Ridiamo speranza al mondo del lavoro. E’ la parola chiave della manifestazione regionale siciliana dello sciopero generale indetto dalla Cgil.
Alfio Mannino dal corteo di Palermo
“Questa manifestazione ridà speranza al mondo del lavoro. Indica che il muro della sfiducia che si è diffusa a tappeto in questi anni, soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione, può essere abbattuto. Con progetti seri e credibili, che guardino al bene comune e con la volontà di dare battaglia perché si affermino” ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, durante la manifestazione regionale in corso a Palermo nel giorno dello sciopero generale della Cgil contro la manovra di bilancio del governo.
“Per cambiare la condizione delle persone – afferma Mannino – di chi stenta ad arrivare a fine mese, di chi non può curarsi perché non ha risorse per farlo, di chi non ha casa , di chi non trova lavoro o lo ha perduto e di chi vede i propri figli costretti ad emigrare, bisogna rendersi protagonisti, contrastando le politiche dell’ingiustizia sociale portate avanti dal governo, ed è quello che questa piazza sta facendo”.
Tanti giovani al corteo
“E i tanti giovani presenti – sottolinea Mannino- che anche il governo regionale ha abbandonato a se stessi con una Finanziaria regionale che dà risposte solo alle clientele, si stringono oggi al mondo del lavoro per testimoniare che si sta portando avanti una battaglia comune: quella per un presente dignitoso e per un futuro possibile”.
“E’ l’ora- prosegue il segretario della Cgil Sicilia- che chi governa si accorga delle vere emergenze: del fatto che le disuguaglianze sociali e territoriali stanno crescendo mettendo anche a rischio la democrazia. Il potere d’acquisto di salari e pensioni- rileva – i è diminuito in una stagione in cui la ricchezza è aumentata concentrandosi sempre più nelle mani di pochi”.
Mannino specifica che “contrastare le disuguaglianze significa fare una politica fiscale equa e progressiva, aumentare i salari , intervenire sulle pensioni, ma anche investire su istruzione e sanità perché questi siano diritti alla portata di tutti. Significa anche fare una politica del Mezzogiorno degna di questo nome, anche perché con la fine di misure temporanee come il Pnrr – sottolinea il segretario della Cgil- si rischia di tornare indietro. Questa si chiama giustizia sociale ed è per questo che oggi siamo in piazza, per un Paese migliore che non lasci indietro nessuno”.






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