“A chi resiste al cinismo, a chi non distoglie lo sguardo, a chi crede ancora nell’umanità”. Questo è il filo rosso che ha guidato la ventesima edizione del Premio Internazionale Padre Pino Puglisi, celebrata nel cuore di Palermo, sul palco del Teatro Politeama Garibaldi.
Un evento simbolico, che ha saputo unire testimonianze di coraggio, spiritualità e impegno civile, nel ricordo sempre vivo del sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993. A condurlo il vicedirettore nazionale della Tgr Rai Roberto Gueli e la collega Tiziana Martorana.
Vent’anni di storie, incontri e riconoscimenti, promossi dall’Arcidiocesi di Palermo e dall’Associazione Giovani 2017 3P, con il patrocinio del Ministero per lo Sport e i Giovani e del Comune di Palermo. Una serata che ha restituito dignità, attenzione e valore al lavoro silenzioso di chi, ogni giorno, lotta per gli ultimi.
“Anche quest’anno personalità di calibro, ma personalità molto umili che vivono bene la loro vita promuovendo la dignità dell’uomo, specialmente dei più piccoli”, ha dichiarato don Antonio Garau, ideatore del Premio e anima instancabile del quartiere Borgo Nuovo.
Un premio che racconta la città e le sue rinascite
Non è un caso che questa ventesima edizione coincida con una nuova fase di riqualificazione delle periferie di Palermo, e in particolare del quartiere Borgo Nuovo, simbolo dell’impegno portato avanti proprio da padre Garau. Un segno di continuità tra memoria e futuro, tra spiritualità e cittadinanza attiva.
“È una coincidenza interessante, bella, significativa, quella che il ventesimo del premio intestato a padre Pino Puglisi coincida con un impegno sinergico delle istituzioni a favore del quartiere Borgo Nuovo”, ha affermato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sottolineando il valore concreto di questa edizione.
A ribadire il ruolo delle istituzioni è intervenuto anche il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, che ha voluto rimarcare l’urgenza di non abbandonare le periferie: “Occorre contrastare quel senso di rassegnazione che rischia di consegnare definitivamente alcune aree delle nostre città alla criminalità organizzata. È possibile reagire, dare speranza, ripristinare fiducia. Una presenza dello Stato che non è soltanto garantita dalle divise, ma anche da una progettualità che restituisce umanità ai luoghi”.
Un messaggio che richiama in pieno il carisma di Padre Pino Puglisi, la cui azione si è sempre intrecciata con il territorio, con l’educazione e con la fiducia nelle potenzialità di ogni persona, a partire dai più fragili.
Otto storie di impegno e umanità che fanno la differenza
La giuria – presieduta dall’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice – ha individuato otto realtà, italiane e internazionali, capaci di incarnare in modo autentico i valori del Premio.
Tra loro spicca Claudia Caramanna, procuratrice che ha ricevuto il riconoscimento per “il coraggio e la determinazione con cui, nonostante le intimidazioni, si adopera per affiancare all’azione repressiva quella preventiva, offrendo ai minori e alle loro madri un’opportunità di allontanamento dai contesti criminali”.

Claudia Caramanna
È stata premiata anche Debora Castrogiovanni, senologa del Dipartimento Oncologico della clinica La Maddalena di Palermo, “per la dedizione con cui si prende cura delle donne con attenzione umana e professionale, offrendo ascolto, sostegno e presenza”.
Grande emozione ha suscitato la presenza di don Antonio Coluccia, sacerdote salentino impegnato quotidianamente contro la criminalità e lo spaccio, con azioni concrete di cittadinanza evangelica attiva.
Un premio speciale è andato alla giornalista RAI Lucia Goracci, inviata di guerra, “per la caparbia determinazione a raggiungere e raccontare l’essere umano laddove la sua dignità viene più drammaticamente calpestata”.
Momento di altissimo valore simbolico, il riconoscimento a Maoz Inon e Aziz Abu Sarah, un israeliano e un palestinese uniti dal dolore e dalla volontà di pace: “hanno creato una rete mondiale nel nome della pace”, nonostante la perdita di familiari nel conflitto.
Tra i premiati anche Gianluca Pecchini, CEO della Nazionale Cantanti, per la passione e la determinazione con cui si prodiga per rendere la popolarità uno strumento concreto di solidarietà.
Un altro riconoscimento ha celebrato il lavoro della Società Italiana di Cure Palliative, ritirato dal coordinatore regionale Roberto Garofalo, per la promozione del diritto alla dignità nella fase più delicata della vita.
Infine, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, è stato premiato per il suo impegno in Terra Santa e per la sua instancabile azione a favore del dialogo e della giustizia. Pur assente fisicamente, ha inviato una toccante lettera: “Ringrazio e accetto ben volentieri questo riconoscimento, che interpreto come dato alla nostra comunità cristiana in Terra Santa per la sua resilienza e la sua fede”, ha scritto, in un passaggio letto in sala da Mons. Lorefice.
Un palco che unisce musica, memoria e impegno
A rendere la serata ancora più intensa ci hanno pensato Daria Biancardi e Karima, accompagnate dall’Orchestra Jazz Siciliana-The Brass Group, diretta da Domenico Riina, con il pianista Piero Frassi. Momenti di leggerezza e sorriso sono stati regalati da Sasà Salvaggio, presenza brillante e profondamente radicata nel linguaggio siciliano.
La direzione artistica e la regia di Francesco Panasci, da dodici anni anima del Premio, hanno costruito un racconto narrativo coerente, capace di fondere spiritualità, impegno civile e linguaggi contemporanei, restituendo un evento di alta qualità e intensità emotiva.
Come ha ricordato Mons. Corrado Lorefice, per lui il Premio Puglisi è stato “il primo abbraccio che ho avuto dalla nostra Chiesa e dalla nostra città”. Un simbolo che nel tempo è diventato rituale collettivo, memoria attiva, speranza concreta.






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