Palermo 18 dicembre 2025 – Lavoratrici e lavoratori ex Almaviva Contact restano in presidio permanente davanti alla sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, riunita in seduta per la votazione della Finanziaria.

Questa mattina, nel corso della manifestazione indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc una delegazione dei lavoratori è stata ricevuta dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, insieme ai deputati Adriano Varrica e Mario Giambona. Erano presenti anche l’assessore al Bilancio Alessandro Dagnino, il presidente della commissione Lavoro Fabrizio Ferrara, il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza e il capogruppo del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca.

La delegazione ha rappresentato con forza l’urgenza di prevedere una copertura economica adeguata a garantire la sostenibilità e la realizzazione del progetto 116117, oltre a una programmazione certa dei tempi di attuazione.

A questo progetto si aggiunge il prospettato percorso di digitalizzazione, attualmente ancora in fase istruttoria. “L’insieme delle iniziative, se pienamente realizzate – scrivono in una nota le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – dovrebbe garantire la salvaguardia occupazionale dell’intero bacino dei lavoratori. In assenza di risposte concrete, con i lavoratori si è deciso di presidiare a oltranza l’aula durante la fase di voto della Finanziaria, per rendere visibile la disperazione e la grave condizione di indigenza in cui versano ormai da troppo tempo”.

Domani il presidio continuerà senza interruzioni. “Non possiamo più attendere, perché il tempo dell’attesa è diventato il tempo della disperazione – proseguono le organizzazioni sindacali – Chiediamo con forza un incontro immediato e un ulteriore, concreto sostegno a tutti i componenti dell’Ars, affinché si adoperino con urgenza e responsabilità per individuare le risorse economiche necessarie ad avviare il progetto 116117 e a sostenere l’avvio del progetto di digitalizzazione. Da queste scelte dipende il futuro di 400 famiglie oggi senza lavoro, famiglie che vivono ormai in una condizione di grave sofferenza economica e sociale, prive di certezze e di prospettive. Ogni rinvio, ogni esitazione, pesa come un macigno sulle loro vite. Non chiediamo favori, ma diritto al lavoro, dignità e futuro. Il silenzio e l’immobilismo non sono più accettabili”.


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