Quanti lavoratori, arrivati a 65 anni, hanno visto interrompersi un sostegno economico fondamentale pur non potendo rientrare nel mondo del lavoro? Dal 1° gennaio 2026 questa situazione è destinata a cambiare in modo strutturale.
Con la circolare n. 55 dell’11 dicembre 2025, l’INAIL ha chiarito che la fruizione dell’assegno di incollocabilità viene estesa fino al compimento del 67° anno di età, superando il precedente limite fisso dei 65 anni. La misura trova fondamento nell’articolo 9 del Decreto-Legge n. 159/2025 ed è destinata ad avere effetti duraturi, perché introduce un collegamento diretto e automatico con l’età pensionabile.
La novità riguarda migliaia di titolari di rendita per infortunio sul lavoro o malattia professionale. Si tratta di persone che, per la gravità o la natura della loro invalidità, non possono essere reinserite nel mercato del lavoro nemmeno attraverso il collocamento obbligatorio. L’assegno di incollocabilità rappresenta quindi un sostegno economico essenziale, pensato per evitare vuoti di reddito nella fase finale della vita lavorativa.
La riforma non si limita ad alzare l’età. Cambia l’impianto stesso della prestazione, rendendola coerente con l’evoluzione del sistema previdenziale e con l’allungamento dell’età per l’accesso alla pensione.
Cos’è l’assegno di incollocabilità e a cosa serve
L’assegno di incollocabilità è una prestazione economica mensile disciplinata dall’articolo 180 del D.P.R. n. 1124 del 30 giugno 1965, il Testo unico sull’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
La sua funzione è chiaramente definita dalla normativa: garantire un sostegno economico sostitutivo dell’assunzione obbligatoria al lavoro nei confronti di lavoratori invalidi che:
- hanno perso ogni capacità lavorativa;
- oppure, per il grado o la natura dell’invalidità, non possono essere inseriti in attività lavorative senza rischi per sé, per gli altri lavoratori o per la sicurezza degli impianti.
In altre parole, l’assegno è destinato a chi non può essere avviato al lavoro nemmeno attraverso i meccanismi di collocamento mirato previsti dalla legge.
La prestazione viene erogata dall’Inail insieme alla rendita diretta ed è riconosciuta su istanza dell’interessato, dopo l’accertamento dei requisiti sanitari e amministrativi.
Quanto ammonta l’assegno di incollocabilità
L’importo dell’assegno di incollocabilità è soggetto a rivalutazione periodica, in modo da adeguarsi all’andamento dell’inflazione.
Dal 1° luglio 2025, l’importo mensile è pari a 308,23 euro. La cifra viene corrisposta per dodici mensilità ed è cumulabile con la rendita Inail, di cui costituisce un’integrazione.
Anche in futuro, l’importo potrà essere aggiornato per preservare il potere d’acquisto della prestazione e mantenere la sua funzione di sostegno stabile nel tempo.
Cosa cambia dal 2026 con il Decreto-Legge n. 159/2025
Il cambiamento più rilevante introdotto dal Decreto-Legge n. 159/2025, in vigore dal 31 ottobre 2025, riguarda il requisito anagrafico.
In precedenza, la normativa fissava un limite rigido a 65 anni, oltre il quale l’assegno non poteva più essere percepito. Questo riferimento era contenuto nell’articolo 10 della Legge n. 248/1976.
Con la nuova disciplina, il requisito anagrafico non è più legato a un’età fissa. L’articolo 9 del decreto sostituisce il vecchio limite con un criterio mobile, stabilendo che l’assegno spetta fino a un’età: “non superiore ai limiti previsti per l’ammissione al beneficio dell’assunzione obbligatoria al lavoro, come adeguata periodicamente all’età pensionabile”.
Questo significa che l’assegno di incollocabilità viene automaticamente allineato agli aumenti dell’età pensionabile, senza bisogno di nuovi interventi legislativi.
Perché il limite sale a 67 anni
Alla luce dell’attuale disciplina pensionistica, l’età per il collocamento in quiescenza è fissata a 67 anni. Di conseguenza, dal 1° gennaio 2026, la fruizione dell’assegno di incollocabilità viene estesa fino al compimento di questa età.
La circolare Inail n. 55 dell’11 dicembre 2025 chiarisce che l’estensione opera: “nelle more della conversione in legge del decreto, a favore degli assicurati in possesso dei previsti requisiti”.
Sono quindi coperti i periodi successivi al compimento dei 65 anni e precedenti alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, evitando interruzioni nel sostegno economico.
Chi ha diritto all’estensione fino a 67 anni
La nuova disciplina individua con precisione i soggetti interessati dall’estensione.
Rientrano nel nuovo perimetro:
- i titolari di rendita diretta con assegno di incollocabilità già in pagamento che compiono 65 anni a partire dal 1° gennaio 2026;
- coloro che avevano perso l’assegno al compimento dei 65 anni prima dell’entrata in vigore della nuova norma;
- chi non aveva mai presentato domanda, pur essendo in possesso dei requisiti previsti dalla legge.
Per i titolari che compiono 65 anni dal 2026 in poi, l’Inail procederà d’ufficio al mantenimento dell’erogazione. Non sarà quindi necessaria alcuna nuova domanda.
Per chi aveva già perso il beneficio o non lo aveva mai richiesto, la prestazione potrà essere riconosciuta su istanza, con decorrenza dal mese successivo alla presentazione della domanda.
Cosa accade se l’età pensionabile aumenta ancora
Uno degli aspetti più rilevanti della riforma è il meccanismo di adeguamento automatico.
La circolare Inail sottolinea che eventuali futuri innalzamenti dell’età pensionabile comporteranno automaticamente l’adeguamento anche del limite anagrafico per l’assegno di incollocabilità.
In questo modo, la prestazione resta coerente con l’evoluzione del sistema previdenziale e continua a garantire continuità assistenziale fino all’accesso alla pensione.
I requisiti per ottenere l’assegno di incollocabilità
Restano invariati, salvo l’adeguamento dell’età, i requisiti sanitari e amministrativi richiesti per l’accesso alla prestazione.
In sintesi, l’assegno spetta a chi possiede:
- età non superiore ai limiti previsti per l’assunzione obbligatoria, ora innalzati a 67 anni;
- impossibilità a essere collocato in qualsiasi settore lavorativo;
- riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 34% per infortuni sul lavoro o malattie professionali denunciate fino al 31 dicembre 2006;
- menomazione dell’integrità psicofisica superiore al 20% per eventi denunciati dal 1° gennaio 2007 in poi;
- non applicabilità del beneficio dell’assunzione obbligatoria.
La valutazione è effettuata dall’Inail sulla base delle tabelle previste dalla normativa vigente.
Una misura pensata per evitare vuoti di tutela
L’obiettivo dichiarato della riforma è quello di armonizzare le misure assistenziali con l’evoluzione demografica e previdenziale. L’allungamento della vita lavorativa e l’innalzamento dell’età pensionabile rendono infatti sempre più delicata la fase di transizione verso la pensione, soprattutto per chi ha subito eventi invalidanti.
L’estensione dell’assegno di incollocabilità fino a 67 anni rafforza il principio di continuità assistenziale e riduce il rischio di interruzioni improvvise del reddito proprio negli anni più complessi.
Lo sapevi che…
- L’assegno di incollocabilità esiste dal 1965 ed è una delle prestazioni storiche del sistema Inail.
- È compatibile con la rendita per infortunio o malattia professionale.
- L’importo viene rivalutato periodicamente per contrastare l’inflazione.
- Dal 2026 il limite di età non sarà più fisso, ma legato all’età pensionabile.
- L’adeguamento avverrà automaticamente, senza nuove leggi.
FAQ – Domande frequenti sull’assegno di incollocabilità
L’assegno viene rinnovato automaticamente a 67 anni?
Sì, per chi compie 65 anni dal 1° gennaio 2026 ed è già titolare dell’assegno, il mantenimento avviene d’ufficio.
Chi aveva perso l’assegno a 65 anni può riottenerlo?
Sì, presentando domanda. La decorrenza parte dal mese successivo alla richiesta.
L’importo cambia con l’estensione dell’età?
No, l’importo resta quello previsto, salvo rivalutazioni annuali.
L’assegno è compatibile con altre prestazioni?
È erogato insieme alla rendita Inail ed è pensato come integrazione.
Se aumenta l’età pensionabile, cosa succede all’assegno?
Il limite di età si adeguerà automaticamente.






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