Negli ultimi vent’anni il sistema della raccolta e della distribuzione idrica non è mai migliorato, al contrario, continua a peggiorare per effetto delle crescente vetustà delle infrastruttura. Le criticità da affrontare segnalate già all’inizio degli anni 2000 dall’allora commissario straordinario, il generale Jucci, restano intatto e nessuna misura è stata adottata.
E’ la sintesi del referto della Corte dei Conti sul tema della gestione della risorse idrica fatta dalla Corte dei Conti e pubblicato (oltre che notificato) l’anti vigilia di Natale.
Un vizio insanabile già nelle riforma del 2004
Questioni antiche, risalenti nel tempo e mai affrontate da chi avrebbe dovuto risolverle, ma mai affrontate o segnalate neanche dalla Corte che rileva come già nella riforma del 2004 che affidò ad una società mista la gestione delle reti c’era un vizio insanabile dal punto di vista amministrativo. E da li discendono costi e sistemi di gestione che non funzionano.
Le critiche alla gestione dell’emergenza di oggi
Solo dopo il referto della Corte giunge alle critiche riguardanti la gestione di oggi. Per la Corte i dissalatori non sono la soluzione perché “si usano solo in brevi periodi e la loro economicità rispetto ad altri sistemi non è comprovata”.
L’attacco del Senatore pentastellato
“La Corte dei Conti certifica un dato gravissimo: in Sicilia il sistema idrico è peggiorato in 25 anni, tra dighe incompiute e reti colabrodo. Le gestioni emergenziali hanno fallito su tutta la linea, mentre il Governo continua a rinviare. Servono investimenti strutturali e programmazione seria. L’acqua non è un privilegio né un’emergenza permanente: è il minimo sindacale di un Paese civile.” commenta sui social il Senatore M5S Pietro Lorefice, Segretario di Presidenza del Senato.
La reazione pacata e collaborativa della Regione
“Accogliamo con attenzione le osservazioni della Corte dei conti che richiamano criticità strutturali maturate in oltre vent’anni e un quadro normativo che, in alcuni casi, ha generato una frammentazione delle competenze. Su questi aspetti la Regione resta aperta a suggerimenti utili a migliorare l’azione amministrativa” dice il presidente della Regione, Renato Schifani, commentando il referto sulla gestione dello stato di emergenza idrica in Sicilia redatto dalla sezione regionale di Controllo della Corte dei conti.
Interventi infrastrutturali
“Da quasi due anni il mio governo – aggiunge Schifani – è impegnato sia nella gestione dell’emergenza idrica sia in un piano ordinario di interventi infrastrutturali, finalizzato alla riforma del settore e all’accelerazione della manutenzione di dighe e adduttori. Sono state attivate, solo per l’emergenza, risorse per oltre 200 milioni di euro, tra fondi regionali e nazionali, ottenendo un incremento stimato del 30% della dotazione idrica delle aree colpite”.
Dissalatori attivi e funzionanti
“Parallelamente – conclude il presidente – abbiamo già attivato tre dissalatori, pienamente operativi, e ne abbiamo programmati altri due a Palermo. Stiamo inoltre potenziando il dipartimento Acqua e rifiuti e avviando una riorganizzazione della governance del sistema, con l’obiettivo di superare frammentazione e ritardi storici e garantire risposte strutturali e durature ai cittadini siciliani”.
Serve una riforma
Nella nota ufficiale la Regione non lo dice ma l’esigenza di una riforma nel settore idrico è cosa nota tanto che lo stesso assessore Francesco Colianni a margine di altri interventi d’aula, ha più volte annunciato che il Dipartimento è al lavoro su una proposta di legge che potrebbe sbarcare presto a Sala d’Ercole






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