Palermo 18 aprile 2024 – Domani, a sei mesi dalla morte di Giovanni Gnoffo, l’operaio di 50 anni vittima  il 19 ottobre scorso di un incidente sul lavoro, si terrà un sit-in alle ore 9 davanti al cantiere posto sotto sequestro, in via Ugo La Malfa, 166,  organizzato dalla Fillea Cgil Palermo.
Un sit-in  per ricordare l’operaio morto e denunciare i ritardi della giustizia, al quale saranno  presenti la moglie dell’operaio, Monica Garofalo, i tre figli, i genitori, gli amici, la gente del quartiere Cruillas, la Cgil Palermo e le altre categorie del sindacato, a sostegno della richiesta di verità.
Giovanni Gnoffo stava lavorando nel cantiere per la costruzione della nuova sede di un supermercato del gruppo Lidl. Morì sul colpo, schiacciato da un braccio meccanico della gru, che si spezzò all’improvviso, precipitando addosso all’uomo.   
“Gnoffo era un gran lavoratore, era voluto bene da tutti – dice il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo –  Domani ricorderemo che sono passati 6 mesi esatti dal quel tragico evento, su cui è calato il più assoluto silenzio.  La sua morte è avvenuta nel momento più buio per la città di Palermo, in cui nel giro di pochi mesi abbiamo registrato tre caduti  sul lavoro nei cantieri edili. La Fillea è stata sempre in prima fila per denunciare irregolarità e mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, argomento che è diventato la priorità delle nostre battaglie”.  
La Fillea Cgil Palermo è stata contattata nei giorni scorsi dalla vedova di Giovanni Gnoffo: a distanza sei mesi, la famiglia non ha ricevuto se non una parte dell’indennizzo Inail. Ma la preoccupazione non è solo questa. “Monica Garofalo  e i familiari  si sono sentiti abbandonati, ancora non conoscono le modalità di questa incredibile tragedia, che in un attimo ha spazzato via una vita nel pieno delle forze. La moglie ha anche lanciato un appello sui social. In questi mesi – prosegue Ceraulo – abbiamo assistito al silenzio da parte delle istituzioni nei confronti della famiglia e da parte di chi avrebbe dovuto  chiarire ai familiari le ragioni di quanto è accaduto. Del processo ancora non c’è traccia, sono in corso le indagini che coinvolgono l’azienda esecutrice dei lavori, la Lesi Costruzioni, ma soprattutto la società che ha dato in noleggio la gru, il macchinario  che spezzandosi ha provocato la morte.  Non c’è stata ancora nemmeno la nomina di un perito”.
“Ci lascia sgomenti che, davanti a un dramma così devastante, una famiglia debba restare sola nel suo dolore in attesa di risposte che non si sa quando arriveranno – aggiunge Ceraulo –  Rispetto a un tema oggi così attuale come quello delle stragi sul lavoro, riteniamo urgente  avere  giustizia e ampliare l’impianto normativo sugli appalti: il governo e il Parlamento, su pressione anche del sindacato, hanno riconosciuto la validità di alcune nostre proposte e stiamo vedendo i primi frutti. Ad esempio con l’introduzione della patente a punti, passaggio voluto fortemente dalla Fillea e dalle altre sigle, e con l’inasprimento delle sanzioni per gli appalti irregolari”.
Per tutte queste motivazioni, la Fillea Cgil Palermo sabato sarà a Roma alla manifestazione nazionale di Cgil e Uil per rivendicare salute e sicurezza. “E per far capire che questi argomenti hanno fatto breccia – conclude Ceraulo –  a Roma andrà una delegazione di  50 operai palermitani, dei cantieri D’Agostino dell’anello ferroviario, del collettore fognario della Manelli,  delle Cementerie di Isola e anche di qualche cantiere privato. Sulle questioni legate alla sicurezza, l’attenzione del sindacato è al massimo e la partecipazione alle iniziative da parte dei lavoratori ormai è sempre più massiccia”.

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