lo ha stabilito il tar sicilia

Contributi revocati a imprenditore che non aveva legami con la mafia, Stato pagherà danni

Non aveva legami con ambienti mafiosi, ha perso un contributo per l’assunzione di giovani, ha dovuto per un anno fermare la sua attività imprenditoriale. Lo Stato e altre amministrazioni pubbliche, condannate a risarcire il danno, però non hanno pagato.

Per questo il Tar della Sicilia ha nominato come commissario ad acta il segretario generale della Presidenza del Consiglio: sarà lui a disporre i pagamenti se entro 60 giorni l’imprenditore non sarà risarcito.

Protagonista della vicenda è un giovane imprenditore agricolo di 29 anni di Favara (Agrigento) che aveva chiesto e ottenuto la concessione delle agevolazioni previste dalle norme del “pacchetto giovani”. Ma il contributo è stato revocato dall’Ispettorato provinciale dell’agricoltura di Agrigento sulla base delle informazioni antimafia fornite dalla Prefettura.

L’informativa era fondata su presunte lontane parentale tra l’imprenditore e alcuni soggetti “controindicati”. Troppo poco, secondo il Tar della Sicilia a cui l’agricoltore aveva fatto ricorso tramite l’avvocato Girolamo Rubino.

La sentenza aveva condannato le amministrazioni responsabili della revoca dei finanziamenti che non hanno mai pagato i danni che intanto sono cresciuti. Quindi nuovo ricorso “per ottemperanza” dell’imprenditore al Tar e la nomina del commissario ad acta.

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