Scontro sulle elezioni a Raffadali |La procura apre una inchiesta

Finisce sui tavoli della procura di Agrigento lo scontro sulle elezioni amministrative a Raffadali nell’Agrigentino di un anno fa.

In quella occasione Silvio Cuffaro, fratello dell’ex presidente della Regione Totò, è stato confermato sindaco battendo per soli 5 voti lo sfidante Pietro Giglione. uno scarto così esiguo da far subito scattare ricorsi e veleni.

A distanza di un anno il tar non si è ancora pronunciato sulla ammissibilità del ricorso di Giglione ma ora l’incartamento relativo al riconto dei voti finisce sui tavoli della procura inviato dagli avvocati di Silvio Cuffaro.

L’ipotesi sulla quale i magistrati dovrebbero indagare è quella della erronea attribuzione di alcuni voti a sulle presunte false dichiarazioni di alcuni rappresentanti di lista che sarebbero alla base del ricorso di Giglione al Tar.

L’indagine riguarderebbe un Presidente di seggio e di cinque rappresentanti di lista del candidato a sindaco “Piero Giglione”. secondo la denuncia di Cuffaro  sarebbero state presentate attestazioni sospette che avrebbero facilitato la presentazione di un ricorso elettorale per l’annullamento dell’elezione a Sindaco di Silvio Cuffaro”, attestazioni che non troverebbero riscontro nel riconto dei voti.

In seguito alla verifica effettuata dal Prefetto di Agrigento, su richiesta dei Giudici della II sezione del TAR di Palermo, sarebbe emerso che le schede riscontrate nelle sezioni prese in esame non corrispondevano “né nel quid nè nel quantum” con quanto dichiarato dai rappresentanti di lista sotto la propria responsabilità nelle dichiarazioni sostitutive di notorietà da essi sottoscritte.

“Poiché quanto accaduto, rappresenta un fatto grave ed una essenziale violazione di legge  – fa sapere una nota del sindaco di Raffadali – si è sporto, nel mese di febbraio scorso, querela presso l’autorità giudiziaria penale di Agrigento al fine del ripristino della giustizia e della verità”.

Entramdo nel dettaglio la contestazione di Giglione riguardava 45 schede il cui voto sarebbe stato attribuito a Silvio Cuffaro che erano state votate con la scritta di pugno del nome e cognome del candidato sindaco, nonostante il nome e cognome fosse già indicato nella scheda elettorale. In base al ricorso queste schede andavano annullate in quanto evidenziavano un chiaro segno di riconoscimento del voto.

Dalla verifica effettuata dalla Prefettura di Agrigento, fanno sapere gli avvocati di Cuffaro, sono state riscontrate 36 schede (non rispettando nel totale e nelle sezioni il numero ed il contenuto delle dichiarazioni) che sono state trasmesse al TAR, di cui solo per 4 schede vi è la certezza dell’assegnazione al sindaco Cuffaro, in quanto attribuite e messe a verbale. Mentre di converso, sono state rinvenute 55 schede con l’indicazione di pugno di nome e cognome del candidato sindaco Piero Giglione. Queste schede pur non essendo oggetto di verifica, sono state puntualmente riprodotte e trasmesse al TAR dagli Avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.

Dopo un anno dall’avvenuta elezione del sindaco Cuffaro, dunque, la vicenda si arricchisce di un altro tassello e la verità sembra sempre più lontana

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