E’ passato con 16 voti favorevoli, quattro contrari e due astenuti, il Rendiconto 2016 del Comune di Catania. Dopo la mancanza del numero legale di due giorni fa, ieri sera al Consiglio comunale sarebbe bastato il voto di 18 consiglieri.

A votare sì sono stati: Bottino, Catalano, Coppolino, Crocitti, D’Avola, Failla, Gelsomino, Marletta, Mastrandrea, Musumeci, Petrina, Porto, Raciti, Spadaro, Tempio e Vanin. Contrari Anastasi, Barresi, Castiglione e Parisi. Si sono astenuti, invece, Mirenda e Vullo.

Assenti comunque molti esponenti della maggioranza mentre, dei gruppi d’opposizione è rimasto in aula solo Grande Catania che ha votato ‘no’.

“Dopo quattro anni mi sono fatto un’idea – chiarisce il capogruppo Sebastiano Anastasi a BlogSicilia –. Lo strumento della mancanza del numero legale non ha fatto altro che produrre una realtà distorta che fa passare come successi della maggioranza e dell’amministrazione tutte le delibere approvate alla fine con voto favorevole e qualche astensione. Va chiarito – prosegue Anastasi – che spesso gli atti vengono deliberati all’unanimità ma con un numero esiguo di consiglieri rispetto alla totalità dell’Aula che ne conta 45. Ieri abbiamo scelto di dimostrare la contrarietà al Bilancio, se ci fossimo assentati sarebbe stato comunque approvato con 16 favorevoli e due astenuti”.

Nei giorni scorsi ciò che hanno lamentano le opposizioni è stato proprio lo sprint a cui l’assemblea cittadina è stata chiamata per deliberare un documento così importante che è stato trasmesso al Consiglio solo pochi giorni prima.

Sulla vicenda il M5S ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Padoan, mentre il gruppo di Fratelli d’Italia ha annunciato un ricorso al Tar perché, secondo il capogruppo Manlio Messina, sarebbe venuto meno il diritto dei consiglieri di approfondire la delibera che consta di 24 documenti allegati. Anche il vicepresidente del Consiglio Comunale, Sebastiano Arcidiacono (Gruppo Misto), aveva bollato l’atto come ‘illeggittmo’.

La mancata approvazione avrebbe rischio i trasferimenti statali e con essi anche il pagamento degli stipendi ai dipendenti e alle cooperative.