Enzo Bianco si ricandiderà a sindaco di Catania. Lo ha ammesso ieri sera rispondendo alle domande del faccia a faccia televisivo condotto da Luca Ciliberti su Antenna Sicilia.

“Due anni e mezzo potrebbero non bastare per tutto – ha detto – quindi alla scadenza del mandato tornerò a candidarmi”. Al voto amministrativo catanese mancano poco più di due anni (si voterà nel 2018) che in politica sono quasi un’era geologica, ma ad oggi Bianco non avrebbe avversari se non uno: se stesso.

Va detto che tradizionalmente la corsa per il secondo mandato è una sorta di referendum per il sindaco uscente, ma è complessivamente lo scenario attuale che giocherebbe in favore di Bianco, nonostante i mugugni di piazza e di palazzo per una gestione che finora è stata meno convincente rispetto alle aspettative legate soprattutto agli anni della Primavera di cui Bianco fu certamente un protagonista.

La maggioranza che lo sostiene in Consiglio comunale non sembra coesa come nei mesi successivi all’elezione, per approvare temi importanti ci si mette del tempo, tuttavia il blocco rimane legato al sindaco nonostante tutto.

Poi c’è l’eterna lotta all’interno del Pd dove, non si risparmiano critiche (anche dai fedelissimi) però, non emerge pubblicamente l’alternativa in grado di mostrare i muscoli, cioè i voti, ad Enzo Bianco.

Ancora più complessa la situazione nel centrodestra che dopo la sconfitta del 2013 non è stato in grado di individuare un vero e proprio capo dell’opposizione, quindi il rivale naturale a Bianco e più diffusamente al centrosinistra.

Rimane, poi, l’incognita Movimento 5 Stelle che pur non avendo una rappresentanza a Palazzo degli Elefanti è riuscito a fare una buona opposizione anche se, esclusi i parlamentari, non viene fuori un vero e proprio leader.

Si dirà che questa è la prerogativa del mondo 5Stelle, sta succedendo la stessa cosa a Roma, ma gli elettori hanno bisogno di riconoscersi in qualcuno. Da noi è stato sempre così.

C’è poi la questione temporale. Da qui al 2018 voteremo per il rinnovo della Regione, del Parlamento e non è detto che secondo le logiche proprie della politica lo stesso Enzo Bianco non possa essere investito da sfide più ambizione (leggi Palazzo d’Orleans).