A Catania, ignoti hanno rubato un intero carico di colombe pasquali artigianali destinato a Vita21, un’associazione che si occupa di inclusione lavorativa per ragazzi con sindrome di Down. Ma poche ore dopo, una parte della refurtiva è stata restituita, accompagnata da un messaggio sorprendente: “Siamo ladri, ma non sapevamo fosse per un’associazione”. Ne ha dato notizia il giornale La Sicilia
Vita21: una realtà che promuove inclusione e dignità
L’associazione Vita21 opera da anni sul territorio catanese con un obiettivo chiaro: offrire opportunità lavorative e sociali a giovani con disabilità intellettiva. Le colombe pasquali non erano semplici dolci da vendere: rappresentavano il frutto del lavoro dei ragazzi, un’attività che coniuga formazione, dignità e sostenibilità economica.
Il furto: un duro colpo per i ragazzi e l’associazione
Il furto è avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 marzo. I ladri hanno forzato il furgone che trasportava le colombe, appena sfornate nel laboratorio di pasticceria. Una perdita significativa, che ha rischiato di compromettere le vendite previste in occasione della Pasqua, fondamentale per il sostegno delle attività associative.
La svolta: una restituzione inaspettata
Nella giornata successiva, alcuni volontari dell’associazione hanno trovato una parte delle colombe abbandonate vicino ai locali dell’organizzazione. Assieme ai dolci, un biglietto scritto a mano: “Siamo ladri, ma non sapevamo fosse un’associazione di ragazzi Down. Ci dispiace”. Un gesto che ha lasciato tutti sorpresi e commossi, diventando subito virale sui social.
Il messaggio di Vita21: «Questo è il segno che qualcosa può ancora cambiare»
Il presidente dell’associazione, in un post pubblico, ha dichiarato: “Siamo senza parole. Questo gesto ci insegna che anche chi sbaglia può riconoscere i propri errori. È un segno che ci fa sperare nella possibilità di cambiamento, nella capacità di rispetto per il lavoro e la fragilità altrui”.
Una riflessione collettiva sul valore della legalità e della solidarietà
L’episodio ha acceso un ampio dibattito nella comunità catanese. Non solo per l’atto criminoso, ma per la sua inaspettata evoluzione. In un momento storico segnato da sfiducia e tensioni sociali, un gesto apparentemente piccolo diventa simbolo di coscienza civile, di possibilità di riscatto, e del ruolo centrale del terzo settore nel promuovere una società più giusta.






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