Udienza stamattina in Corte d’Assise a Catania nel processo all’ivoriano diciottenne Mamadou Kamara accusato di avere picchiato, violentato e gettato dal balcone forse quando era ancora in fin di vita.

Mercedes Ibanez, la spagnola di 70 anni, assassinata insieme al marito, Vincenzo Solano, di 68, nella loro villa di Palagonia durante un tentativo di rapina il 30 agosto scorso del 2015.

Oggi in aula sono stati proiettati i filmati che riferiscono in maniera inequivocabile, secondo l’accusa sostenuta dal procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera, degli spostamenti dell’immigrato che lo ritraggono al momento dell’uscita dal Cara di Mineo avvenuta due minuti prima della mezzanote, sino all’arrivo a Palagonia alle 2.16 e poi la partenza dal comune alle 5 e l’arrivo al Cara alle 6.20.

Oggi è stato a lungo sentito il capo della squadra mobile della questura di Catania Antonio Salvago che ha riferito dell’indagine. L’investigatore ha ricostruito oltre agli spostamenti in bicicletta di Mamadou Kamaratutte, i ritrovamenti nell’abitazione delle due vittime di un anello e di alcune maglie di una catena d’oro che l’ivoriano possedeva e che erano state focalizzate mentre indossava i gioielli in alcune foto sequestrate sul suo cellulare.

Salvago ha anche illustrato le immagini di una polo blu che venne sequestrata nell’abitazione dell’immigrato, polo indossata durante gli omicidi e in parte intrisa di sangue. E di acuni capi, sempre ritrovati nel cara di Mineo appartenenti ad una delle due vittime.

La corte ha sentito anche l’ispettore capo in servizio al Cara, Nicolò De Pasquale, il poliziotto che per primo fermò l’ivoriano.

Nel corso dell’udienza si è affrontata la posizione di un senegalese, estraneo ai fatti, che avrebbe prestato all’ivoriano la bicicletta utilizzata dal Cara di Mineo per raggiungere Palagonia.

Vincenzo Solano, secondo la ricostruzione della polizia avvalorata anche dalle perizia necroscopica effettuata dal medico legale, sarebbe stato ucciso tra mezzanotte e l’una e Mercedes Ibanez tra l’una e le due, dice il medico legale, che ritiene siano stati assassinati con colpi in testa e sul corpo di un mezzo meccanico e con un piede di uno sgabello.