A capo della banda sgominata dalla Mobile di Catania, con l’accusa di aver rapinato i mezzi della ditta di distribuzione di tabacchi, vi sarebbe stato un ex dipendente della stessa ditta, Giovanni Gagliano, di 26 anni, tra gli arrestati. Uno dei destinatari della misura cautelare è riuscito a sfuggire all’arresto.

La ditta ha subito 14 rapine di tabacchi per un valore di 180 mila euro dalla seconda metà di giugno del 2013 ai primi mesi del 2015. L’operazione è stata denominata “Smoke free”. Oltre a Gagliano sono stati arrestati Salvatore Lo Re, di 38, due persone che erano ai domiciliari, Concetto Aiello, di 41 anni, e Vincenzo Verga, di 42.

In carcere il provvedimento restrittivo è stato notificato a Massimiliano Arena, di 33, figlio di Giovanni, il capo dell’omonima famiglia che gestiva uno spaccio di droga al palazzo di cemento di Librino a Catania. A Massimiliano Arena viene contestato il reato di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e quello di minaccia aggravata proprio ai danni dello stesso Giovanni Gagliano.

L’ex dipendente della ditta, secondo quanto accertato dagli investigatori, per organizzare dettagliatamente le rapine utilizzava le conoscenze in merito ai percorsi dei furgoni, alle sedi dei destinatari delle forniture, ai sistemi di antifurto dei mezzi.

Alla banda vengono contestate tre rapine aggravate commesse rispettivamente il 3 giugno del 2014, il 10 febbraio ed il 13 marzo 2015 e tre furti aggravati in abitazione commessi a Catania ed in alcuni comuni della provincia rispettivamente il 23 febbraio del 2012 e 18 marzo del 2015. Gagliano è anche accusato di detenzione illegale di due pistole semiautomatiche.

A causa dell’alto numero di rapine subite, la ditta di distribuzione tabacchi aveva pensato di cessare la sua attività. Il particolare è stato reso noto dagli inquirenti.  “Vi era – ha spiegato il procuratore fecente funzioni Michelangelo Patanè – un basista che forniva le notizie a questa organizzazione, piccola nel numero ma particolarmente nociva all’economia perché l’azienda che trasporta i tabacchi per conto dei Monopoli di Stato aveva subito così tante rapine che era quasi sul punto di decidere di interrompere questa attività con danno per l’economia e per quella di tante famiglie che vivono con questa attività”.

“Consideriamo questa attività di contrasto – continua Patanè – portata avanti dalla polizia con il coordinamento della Procura anche nell’ottica di un’attività che serve all’economia poiché queste rapine ed attività deliquenziali ponevano a rischio la prosecuzione di un’attività economica che dà da mangiare a tante gente“.