La crisi del teatro catanese

La crisi del Teatro Stabile | “Nel cda ormai si recita a soggetto”

Situazione sempre più difficile per il teatro “Stabile” di Catania. I lavoratori continuano la loro protesta silenziosa e la produzione rimane bloccata. Secondo le sigle sindacali etnee Flc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e Ugl Spettacolo, c’è il concreto rischio di degenerare nel caso in cui il governo nazionale non dovesse interessarsi.

“Stiamo attendendo di conoscere l’esito dell’ispezione inviata dall’assessorato regionale del turismo – si legge nella nota congiunta dei segretari di federazione Davide Foti, Antonio D’Amico, Giovanni Nicotra e Cosimo Fichera – ma non possiamo non sottolineare come ormai nel Cda si recita a soggetto ed ogni componente cerca di mettersi in mostra dicendo la propria muovendosi in un quadro dalle tinte sempre più fosche”.

Secondo i segretari alla questione va aggiunto anche l’atteggiamento del Ministero che ha contestato la mancata nomina, da parte dei soci, della “quota rosa” all’interno del consiglio. 

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“Di fronte ad un simile scenario non possiamo dimenticare il totale abbandono dal punto di vista economico delle istituzioni socie – continuano i leader dei sindacati catanesi – Basta ricordare i 90 mila euro che il Comune deve ancora trasferire, l’assenza di stanziamenti da parte della ex Provincia regionale e la Regione Siciliana che, invece di intervenire, temporeggia nascondendosi dietro le ispezioni”.

“Siamo davvero arrivati all’ultimo atto prima che cali definitivamente il sipario su questo storico teatro – continua la nota – Un finale drammatico che vogliamo venga evitato con l’incisivo intervento del governo nazionale”

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