La storia di una scalata e la conquista di una vita: sono questi gli elementi portanti del nuovo libro di Orazio Longo, giornalista e scrittore siciliano, che al CuB del Castello Ursino di Catania ha presentato la sua seconda fatica letteraria dal titolo: “La conquista. In bilico sulla vetta senza nome”.
Il romanzo (244 pagine Edizioni Efesto, ndr), si snoda in un doppio percorso che unisce la realtà alla fantasia. Una sorta di docu-fiction che prende spunto dal diario dello scalatore abruzzese Antonio Capassi, che, a 30 anni dagli eventi, ripercorre le fasi salienti della scalata a una vetta del massiccio montuoso del Karakorum in Pakistan da allora denominata Abruzzo Peak.
Un doppio binario, quello percorso da Orazio Longo nel suo libro, che accanto alla realtà (segnata dalle pagine datate del diario) vede svolgersi la storia del protagonista (di completa fantasia), Vincenzo Marsicaro, rimasto appeso nel nulla (come il protagonista reale del diario) a uno spuntone a 6.800 metri d’altezza dopo che un masso, staccatosi dalla vetta, lo aveva colpito in pieno. “Il destino di un uomo. Il viaggio di un alpinista. Quando la conquista non è soltanto quella di una montagna, ma di una intera vita. La montagna più difficile di tutti. La più ardua. L’idea dell’eternità, se Vincenzo ne avesse mai avuta una, era quella lì”.
Alla serata, promossa da Karma Communication, Matte da Leggere e Officine Culturali, ha partecipato una rappresentanza del Cai Catania, e, oltre all’autore, anche lo scalatore Antonio Capassi che ha raccontato i momenti più concitati di quella missione, che si svolse tra giugno e agosto del 1986, compreso il drammatico incidente che ne segnò il finale.
Il libro, corredato da fotografie dell’epoca e con la prefazione dello scrittore e documentarista Stefano Ardito, è stato presentato dalla giornalista Mariangela Distefano che ha letto anche alcuni brani dell’opera.
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