La più incredibile è probabilmente quella della scolaresca dispersa nei resti della Catania sotterranea, la più diffusa – e onestamente quella a cui si crede maggiormente – quella del furto dell’oro di Sant’Agata (…a Sant’Aiata prima s’arrubbaru e poi ci ficiuri i potti di ferru…).
Alle falde dell’Etna, molto prima che i computer ed i social prendessero il sopravvento, non ci siamo fatti mai mancare le leggende metropolitane. Abbiamo creduto a storie a cui era onestamente difficile non credere per quanto fossero verosimili, forse perché ammantate di una coltre di romantico mistero difficile da smentire.
L’ultima leggenda metropolitana che circola con insistenza è quella di una imminente chiusura della pasticceria Savia. Stiamo parlando di un pezzo significativo della storia di Catania che ha interamente attraversato il secolo scorso e che proprio quest’anno festeggia 120 anni di attività.
Savia per ogni catanese è sinonimo di arancini, della guantiera di pasticcini da portare a pranzo la domenica in casa dei suoceri per fare bella figura, della reminiscenza di un salotto, quello di via Etnea, che purtroppo oggi appare sbiadito anche per colpa della crisi economica.
Sarà anche per quest’ultima ragione se la voce della possibile serrata di Savia è rimbalzata anche a BlogSicilia.
“Chiudiamo, sì…ogni sera alle 21.30 e il lunedì, l’intera giornata perché anche noi dobbiamo riposare!” Sbotta simpaticamente Claudio Lombardo che con il fratello Alessandro gestisce la storica pasticceria da circa 20 anni ereditando il testimone dallo zio Angelo Savia.
“Effettivamente questa voce è arrivata anche alle nostre orecchie ed ha dell’incredibile”, ribatte Claudio. Che fosse inverosimile lo abbiamo sospettato da subito, il crisma della certezza è arrivato affacciandoci da Savia in un normalissimo mercoledì: tanta gente, una grandinata di arancini da servire e i fratelli Lombardo a sbattersi assieme ai quaranta dipendenti che lavorano in pasticceria. Insomma la crisi sembra davvero non essere mai passata da queste parti.
“Siamo una piccola grande famiglia dove ognuno conosce le gioie ed i problemi dell’altro, ma che è certa di dovere dire grazie innanzitutto ai catanesi per questa fiducia che va avanti da 120 anni”.
Insomma una leggenda metropolitana in salsa, anzi al ragù d’arancino, che si squaglia in bocca. Forse come quella di qualche anno fa quando il tg di Antenna Sicilia aprì l’edizione del giorno parlando di una ‘non notizia’ e cioè il crollo del ponte sul Tondo Gioeni. Effettivamente, però, questo è avvenuto…molti anni dopo, ma è davvero accaduto.
Resta, invece, un mistero il perché Savia continui a chiamare arancine, gli arancini (sic!). Ma questa è un’altra storia che attinge ad una diatriba sull’asse Catania-Palermo difficile da smatassare.
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