Gli affari del clan Santapaola-Ercolano si concentravano soprattutto nel settore commerciale, in quello della ristorazione e delle attività ricreative. Era così che il clan aveva accumulato un patrimonio milionario che è stato sequestrato.

Ristoranti, impianti sportivi, un lido, un autolavaggio e anche un salone di bellezza erano intestati a prestanome della famiglia mafiosa e attraverso le attività commerciali la mafia riciclava soldi e accumulava patrimoni.

Con l’operazione ‘Bulldog’ la polizia ha arrestato otto persone tra cui Roberto Vacante, pregiudicato, genero di Salvatore Santapaola, fratello del noto boss Benedetto, detenuto al 41 bis e cognato di Antonino e Vincenzo Santapaola (quest’ultimo al 41 bis). Mentre per la moglie Irene Grazia Santapaola, figlia di Salvatore, indagata per intestazione fittizia di beni e per altri sette è stato disposto l’obbligo di dimora.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Rocco Liguori e affidate alla Squadra Mobile di Catania, sono state avviate tra novembre 2012 e luglio 2014, hanno evidenziato il ruolo centrale rivestito da Vacante personaggio di rango apicale della cosca.

Gli interessi di Vacante e dei suoi familiari erano principalmente rivolti a diverse società e attività commerciali formalmente riconducibili ad altre persone e per questo la Dda gli contesta ben otto  intestazioni fittizie di beni con il sequestro preventivo di due impianti sportivi di calcetto, di cui uno in fase di realizzazione, un parcheggio, un autolavaggio, un ristorante, una rosticceria, un’attività commerciale e uno stabilimento balneare, del valore complessivo di alcuni milioni di euro.

Il clan si ‘prestava’ poi al ‘recupero crediti’, nuova forma di criminalità che prevede il ricorso da parte del privato creditore a terze persone di rinomata caratura criminale. Era Roberto vacante che si interessava personalmente per recuperare il denaro e risolvere controversie.