Il latitante Concetto Bonaccorsi di 56 anni, inteso “‘u carateddu”, ritenuto il capo dell’omonima cosca di Catania, è stato arrestato dalla polizia.
Si nascondeva nell’appartamento di una villa di Massa e Cozzile in provincia di Pistoia.
Era irreperibile dal settembre 2016: recluso presso il penitenziario di Secondigliano (Napoli), dopo avere beneficiato di un permesso premio di 3 giorni, non vi faceva rientro. In carcere vi era finito dopo l’ordine di esecuzione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano dovendo espiare la pena dell’ergastolo per il reato di omicidio aggravato, associazione per delinquere di stampo mafioso ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Concetto Bonaccorsi è lo storico capo bastone dell’omonima famiglia, intesa “Carateddi”, dell’organizzazione Cappello – Bonaccorsi, e vanta un curriculum criminale di assoluto valore, annoverando pregiudizi penali per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidi, distruzione di cadavere, reati in materia di stupefacenti ed armi, reati contro il patrimonio (rapine) ed altro.
I particolari dell’operazione saranno illustrati alla presenza del questore di Catania Giuseppe Gualtieri.
Nel 1991, Concetto Bonaccorsi, allora giovane sposino era stato arrestato dai carabinieri che subito dopo la cerimonia civile lo avevano aspettato davanti al Municipio di Valverde e portato via.
Ritenuto il capo di una frangia del clan dei Cursoti, una delle famiglie mafiose più potenti, Bonaccorsi da anni si era trasferito a Torino e in Sicilia tornava assai raramente. Era sceso in Sicilia per sposarsi e ai carabinieri la mattina dell’arresto chiese solo un favore: ‘…il tempo di sposarmi e sono a vostra disposizione…’.
Rinchiuso nel carcere di Bicocca fu accusato di avere ucciso a Torino nel febbraio del 1990 due ladri d’ auto colpevoli di avergli rubato qualche giorno prima la sua Fiat Uno turbo. In Piemonte Bonaccorsi secondo gli investigatori avrebbe guidato un clan affiliato ai Cursoti specializzato nello spaccio di sostanze stupefacenti e alle estorsioni.
Da una decina di giorni agenti della squadra mobile di Catania si erano trasferiti in Toscana alla ricerca del suo covo. Durante un sopralluogo nella zona, ieri pomeriggio, hanno riconosciuto la moglie affacciata su un balcone, sul quale poco dopo hanno visto il boss preparare un barbecue.
Personale delle squadri mobili di Catania e Pistoia hanno circondato l’edificio e fatto irruzione. Concetto Bonaccorsi non ha opposto resistenza. Nella casa sono state trovate una carta di identità e una patente di guida intestati a un catanese. Dopo la notifica del provvedimento restrittivo emesso dalla Procura generale di Milano per una condanna all’ergastolo per omicidio, associazione mafiosa e traffico di droga, il boss è stato condotto nel carcere di Prato.
Tra i tanti casi in cui è stato implicato anche quello dell’uccisione di Marco De Zorzi, avvenuta il 21 aprile del 1993 a Cassalnovo (Pavia). In quell’occasione rimase bloccato nell’ascensore e catturato in flagranza di reato. Processato è stato condannato a 23 anni e nove mesi di reclusione.
A Milano, il 6 febbraio del 2001, è stato condannato a 30 anni per l’omicidio di Angelo Maccarrone, commesso il 18 dicembre 1990. Insieme al fratello Ignazio è stato processato, ma lui prosciolto, dall’accusa di avere assassinato, il 21 febbraio del 1991, Giovanni Durante e Moreno Bennici, uccisi e i corpi gettati nella discarica di Robassomero (Torino) perché ‘colpevoli’ di avere rubato l’auto al boss Bonaccorsi.
Le indagini della squadra mobile sono state coordinate dalla Procura distrettuale di Catania.
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