Non ci sono più i falò di una volta.
Cari romantici over 30, che ricordate con languore i primi baci adolescenziali al bagliore di un fuoco, mentre l’amico di tutti (chi suona o strimpella una chitarra è sempre ricco di amici, si sa) intonava l’evergreen di cui anche il più stonato della comitiva cantava almeno il ritornello, qualcuno questa notizia doveva pur darvela.
I giovani di oggi ( e quando un’affermazione comincia così, in genere volge al giudizio di valore, negativo, neanche a dirlo) sono diversi. In realtà lo erano anche quelli di ieri, diversi da quelli dell’altro ieri. E quest’affermazione, a dirla tutta, è stata ciclicamente ripetuta.
“Quando ero giovane io” è un’espressione che abbiamo sentito sulla bocca dei nostri genitori e , probabilmente, questi ultimi dai propri.
Però un fondo di verità c’è ; c’è sempre.
Nell’ultimo quindicennio c’è stata una sorta di accelerazione; e c’è di mezzo la tecnologia. Ci sono di mezzo, per esempio, gli smartphone e la fruizione della musica che è cambiata totalmente per la cosiddetta generazione Z, iperconnessa, ma, pare, più intelligente.
Fenomeni come “Andiamo a comandare” di Fabio Ravazzi (se chi legge non sa di cosa stiamo parlando invitiamo a documentarsi su Youtube. Cautamente) non sono stati diffusi, come un tempo , dalle radio, per esempio. Le radio ci arrivano dopo.
Dopo che il fenomeno, ormai virale da mesi, partito dal web, è passato di telefonino in telefonino, subito captato dal mondo delle discoteche è stato infine accolto , peraltro con non poco pregiudizio, dal mondo delle radio.
Tutto questo, direte, coi falò…cosa c’entra?C’entra nella misura in cui i ragazzi amici di tutti con la chitarra esisteranno sempre anche a Ferragosto e a 15 anni , ma saranno una minoranza rispetto a quelli con l’ultimo modello di smartphone, magari collegato a delle ottime casse microscopiche ma decisamente potenti che diffonderà alla luce tenue del Falò la musica del momento, che, tutto sommato, sarà sempre più divertente ballare.
Di recente un noto Dj , che evidentemente non deve sentirsi più tanto giovane, ha scritto un pezzo intitolato “Che ne sanno i Duemila”, che merita una menzione , quanto meno per l’incipit del testo:
“Di Battisti e Mogol del FestivalBar
ma che ne sanno i 2000
Di quando c’era il walkman
e Fiorello al Karaoke
dei Nirvana e dei Guns
della musica dance
ma che ne sanno i 2000
e di quando alle 3 c’era Bim Bum Bam
del GameBoy e di Blue, da ba dee, da ba daa”
Il pezzo non sta avendo grande successo, forse perchè la nostalgia…non funziona.
Ma se a chi ha letto questo pezzo un pizzichino è venuta su l’invito è quello di mandare un messaggio, magari con whatsapp, all’amico di tutti con la chitarra e organizzarlo un bel falò (ove consentito dalle orginanze comunali) perchè anche a chi scrive è venuta una gran voglia di urlare “Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi…”
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