Non convince la rapina che si è conclusa nel peggiore del modi alla base del delitto che lunedì sera ha insanguinato Riposto con la morte di Dario Chiappone, 27 anni, giovane aiutante pizzaiolo sorpreso con una donna più grande di lui mentre era appartato in un’auto in via Salvenimi e assassinato con 16 coltellate.

Sono scettici gli investigatori dei carabinieri di Catania guidati dal procuratore Carmelo Zuccaro e dal sostituto Santo Di Stefano. E per questo cercano al di là del fatto intrinseco, o meglio della raffigurazione scenica fornita dalla donna che era con la vittima e che ha riferito di una rapina finita tragicamente.

Gli investigatori dei carabinieri si muovono in due direzioni: stanno guardando e riguardando le immagini registrate dalle telecamere si sicurezza nei pressi di via Salvemini nel punto in cui è avvenuta l’aggressione, e contemporaneamente stanno sentendo decine di amici, conoscenti e giovani che conoscevano non solo Chiappone, ma anche la donna di 45 anni era con lui e che è diventata testimone oculare dell’assassinio del pizzaiolo.

Per ricostruire movimenti, frequentazioni abitudini e sregolatezze del ragazzo che amava le donne tanto da averne avute diverse senza disdegnare complimenti e apprezzamenti a donne sposate.

C’è pure una parte della vita di Chiappone che conduce alla droga essendo stato un assuntore di sostanze stupefacenti, ecco perché gli investigatori non trascurano l’ipotesi di una vendetta per un debito non onorato.

Scarsa valenza investigativa è stata, invece, data alla vendetta da parte di qualcuno vicino alla signora che si era appartata con Chiappone: lei sposata, separata, convivente con un uomo di mezza età al momento del delitto ha chiamato proprio il suo convivente che a quanto pare fosse a conoscenza della relazione tra lei e Chiappone.

L’uomo insomma non aveva motivo di compiere una vendetta così cruenta sferrando 16 coltellate alla vittima. E così restano due le ipotesi, il movente passionale che al momento non viene escluso anche se meno definito rispetto alla vendetta per un debito, verosimilmente legato alla droga.

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