Dall’inizio dell’anno ad oggi sono 1090 i migranti morti in mare di cui si ha notizia, ma il numero potrebbe essere molto più alto. Hanno perso la vita, le loro speranze e il loro sogno di un futuro migliore nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa.

A Catania la nave di Medici Senza Frontiere ‘Prudence’ ha sbarcato i corpi di sei giovani vittime che senza riuscirci hanno cercato di sfuggire alla guerra, alla fame e alle violenze subite nei loro paesi d’origine. Quali, ancora, purtroppo non si sa. Perchè le cinque giovani donne e un uomo sono rimasti esanimi in mare per giorni prima di essere recuperati dai volontari delle Ong.

Morti perchè in quello specchio di mare, al largo delle coste libiche, non erano presenti sufficienti imbarcazioni per salvarli.

Ed è proprio sulle Organizzazioni Non Governative che gli occhi sono tutti puntati dopo le dichiarazioni del Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che ha ipotizzato un collegamento tra i trafficanti di uomini e le stesse Ong. Il caso sollevato dal magistrato catanese ha non solo diviso il mondo politico e istituzionale, ma ha reso inevitabile l’intervento del Csm. Zuccaro nei prossimi giorni (dopo gli interventi in Commissione Schenghen alla Camera e Difesa al Senato) sarà sentito all’Antimafia, conocato dal presidente Rosy Bindi.

“In questi giorni c’è una polemica su chi avvista imbarcazioni – spiega Michele Trainiti, coordinatore delle operazioni di ricerca e soccorso di Msf – o da chi arrivano le chiamate. Quello che Medici Senza Frontiere ci tiene a sottolineare è che queste imbarcazioni appena lasciano la costa sono già in emergenza perchè portano 10/20 volte in più le persone che per legge potrebbero portare. E’ chiaro che anche se non dovesse partire la chiamata sono barche che vanno soccorse: è come quando i pompieri arrivano e c’è una casa in fiamme, non è che si aspetta che qualcuno faccia una chiamata per intervenire: hanno l’obbligo di farlo. Noi come organizzazione che ufficialmente partecipa all’attività di ricerca e di soccorso della Guardia Costiera italiana abbiamo l’obbligo di intervenire. Dopodichè coordiniamo sempre le nostre attività con la Guardia Costiera. Loro segnalano un’imbarcazione, ma quando arriviamo sul posto ce ne possono essere 5 o 6 che poi noi identifichiamo”.

Sempre a Catania, con approdo stimato alle 7, è previsto  l’arrivo (sabato 6 maggio) della nave Phoenix di Moas, con 394 migranti soccorsi nel Mediterraneo Centrale. A bordo anche la salma di un ragazzo  trovato morto su un gommone.

“Le operazioni di soccorso di ieri  – sottolinea in una nota Moas – sono state svolte sotto il  coordinamento del Mrcc della Guardia Costiera di Roma, ed hanno  visto la collaborazione di diverse Ong presenti nell’area”.

Articoli correlati