I capitali racimolati illecitamente dal clan venivano re-investiti in attività imprenditoriali e commerciali.

La cosca Cappello-Bonaccorsi aveva maturato negli anni la capacità di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale, anche attraverso l’appoggio di una vasta rete di imprenditori. Anche nel settore dei rifiuti.

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Tra gli imprenditori è emersa la figura di Giuseppe Guglielmino titolare di diverse ditte specializzate nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Gli affari venivano fatti attraverso aziende a lui riconducibili, sebbene intestate fittiziamente a prestanome, come la “Geo Ambiente s.r.l.”, la “Clean Up s.r.l.” e la “Eco Businnes s.r.l.” al quale è stata contestata l’appartenenza all’associazione mafiosa.

Nei confronti delle società “Geo Ambiente s.r.l.” e “Clean Up s.r.l” – che, da sole o in Associazione Temporanea di Imprese, si sono aggiudicate negli anni diversi appalti nelle province di Catania, Siracusa e Ragusa e della “Eco Businnes s.r.l. è stato disposto il sequestro preventivo delle totalità delle quote societarie e dell’intero patrimonio aziendale. La società Clean Up è quella di Motta Sant’Anastasia. 

Inoltre, con la “Geo Ambiente s.r.l.”, società per la raccolta di rifiuti solidi urbani,  Giuseppe Guglielmino era riuscito a ottenere l’affidamento di lavori in alcuni comuni della regione Calabria, subendo il 28 ottobre 2012 il danneggiamento a seguito dell’incendio di due camion. Di quanto accaduto si era subito interessata l’organizzazione mafiosa di appartenenza che, attraverso l’intervento di Santo Strano, aveva garantito la prosecuzione dell’attività senza ulteriori problemi.

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