C’è stato un inciso del discorso che Matteo Renzi ha tenuto ieri allo Sheraton di Catania davanti ai medici destinato probabilmente a riflessioni postume.
“Sant’Agata, mi ha detto poco fa l’arcivescovo, fa il tifo per noi – ha affermato il premier parlato ai medici – ma il punto centrale è che noi dobbiamo smettere di agire e pensare secondo la logica della rassegnazione. Se tutti insieme remiamo nella stessa direzione questo Paese è la volta buona che riparte”.
Stamani sulla vicenda dall’Arcivescovado di Catania fanno sapere a BlogSicilia che in realtà monsignor Salvatore Gristina, incontrando il premier ha detto: “Sant’Agata la protegga” e ha rivolto quel tipo di saluto come un ‘augurio benedicente’ che viene formulato sempre dal prelato ed ‘in relazione al bene del Paese’.
“Quel Sant’Agata fa il tifo per noi, è una trasposizione dai toni sportivi che ha fatto il premier nel suo intervento. Tuttavia la frase non è da riferire al referendum anche perché se si fosse trattato di un incontro legato alle questioni del voto l’arcivescovo non vi avrebbe partecipato”, precisano ancora dalla Curia etnea.
La frase di Renzi è stata analizzata anche dai devoti, in particolare da Claudio Baturi, presidente dell’Associazione Sant’Agata Cattedrale che stamani osserva: “Sant’Agata ha fatto sempre il tifo per noi popolo affinché stendendo il suo velo di protezione ci preservi dalla emergenze quotidiane come la crisi occupazionale e la criminalità. Certamente non entra nelle questioni della politica”
Il rispetto che i catanesi nutrono per Sant’Agata supera ogni vicenda terrena: la Santuzza, infatti, viene preservata da argomenti che possano sembrare eccessivamente banali. Del resto chi si affida alla Martire lo fa nel proprio intimo anche se le testimonianze di riconoscenza e devozione sono plateali come l’incedere dei portatori di cera.
Così come altrettanto plateali sono state le prese di posizione da parte dei catanesi nei confronti di chiunque abbia provato a mescolare Sant’Agata con questioni diverse dalla spiritualità. Una sorta di protezione ricambiata nei confronti della Patrona che veglia su Catania.
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