Quando si dice “un bravo ragazzo”. O forse, giacchè stiamo parlando di Rocco Hunt, “nu brav guaglione”.

Rocco Hunt ha gli occhi puliti e la voce pacata che non ti aspetteresti mai da un ragazzo della sua età , tanto meno un rapper, a maggior ragione sulla cresta dell’onda : “Le cose stanno andando molto bene, dopo tanti sacrifici finalmente stiamo raccogliendo bei risultati. ‘Vene e vva’ è diventato disco d’oro e così pure ‘Wake up’ e , incrociamo le dita, stiamo lavorando per fare diventare anche l’album disco d’oro, quindi a 21 anni queste soddisfazioni mi riempiono il cuore e spero che lo riempiano anche a tutti i giovani e anche alle persone un po’ più grandi che possono vedere in me un po’ i propri figli. Alla fine quello è il mio segreto forse…non ho tatuaggi, sono un ragazzo semplice e ci tengo all’educazione che mi hanno dato i miei genitori” ribadisce ai microfoni di Rsc Radio Studio Centrale con un pathos spiazzante.

Se qualcuno avesse dubbi basterebbe proprio guardarlo negli occhi per capire che lui a questo concetto tiene proprio tanto. Così come al suo fortissimo senso di appartenenza al Sud , che spesso lo fa scaldare come in occasione di una nota ospitata televisiva post – Sanremese in cui è stato “pizzicato” dal critico Klaus Davi, che recentemente è tornato a provocarlo via Twitter : “Ho risposto con ironia perché questi temi sono molto delicati e seri e non li può affrontare, tanto meno risolvere un cantante”.

Alla fine tutto questo fa parte del gioco, ma quando si parla di Sud Rocco si fa molto serio, ben consapevole di quanto la questione sia complessa: “Quando si parla di Sud il confine fra populismo e superficialità è sempre molto sottile, bisogna fare attenzione. Ma che l’Italia sia divisa in due è un dato di fatto.

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