Aveva 20 anni e sognava le passerelle dell’alta moda italiana, ma le sue speranze sono rimaste sul gommone che dalla Libia l’avrebbe dovuta portare in Italia. E’ la storia, l’ennesima purtroppo, della  giovane migrante nigeriana giunta senza vita al porto di Catania.

La ragazza era assieme a 254 passeggeri che sono stati soccorsi da una nave romena approdata ieri pomeriggio nel capoluogo etneo, gli stessi che hanno raccontato il sogno spezzato della giovane morta durante la traversata.

Aveva un nome, un volto ed una speranza: voleva fare la stilista ed affermarsi nel Paese che, fra mille difetti e guai, rimane un simbolo dell’eleganza e dello stile, l’Italia. Ed in Italia sarebbe arrivata con le idee chiare: aveva frequentato una scuola di moda in Nigeria, ma le condizioni di povertà della sua famiglia l’avevano costretta ad abbandonare gli studi di designer.

Così faceva la sarta nel suo paese, ma continuava a sognare di fare la stilista in Italia e di mettere i soldi da parte per consentire alla sorella di raggiungerla. Il sogno si è trasformato in tragedia e saranno le indagini degli inquirenti siciliani a far luce sull’ennesima vita spezzata sulle rotte della speranza.

Per lo sbarco di ieri, polizia e finanza hanno fermato tre ‘scafisti’  per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina: due di nazionalità nigeriana sono stati individuati come componenti dell’equipaggio del gommone su cui viaggiavano 132 migranti e la salma della giovane nigeriana, mentre il gambiano era al timone del natante soccorso con a bordo 122 persone.

(foto archivio sbarco migranti coordinato da polizia e Finanza)

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