Palermo 6 luglio 2023 – E’ la Guadagna quest’anno al centro di uno studio di rigenerazione urbanistica della Fillea Cgil Palermo, che domani ricorda i drammatici fatti dell’8 luglio 1960 a Palermo e le 4 vittime di quegli scontri, tra cui due operai edili, unendo memoria storica e attualità e ripartendo dalla rivalutazione di un contesto di periferia.
L’iniziativa, dal titolo “Dalle trasformazioni urbanistiche alle diseguaglianze sociali”, in programma domani alle ore 9.30 al Centro Arcobaleno 3 P, in via Villagrazia, 40, vedrà confrontarsi vari esperti sul tema dell’interfaccia con il territorio e con la realtà sociale di una “città spaccata in due”, che presenta diversi quartieri lasciati nella marginalità più assoluta.
Come già allo Zen 2 con l’idea della Comunità energetica lanciata dalla Fillea l’8 luglio 2021, quest’anno la sede scelta dal sindacato degli edili per una serie di “azioni mirate” è la Guadagna, con le opportunità ancora inespresse di un quartiere che nella sua piazza centrale ha una delle fermata del passante ferroviario.
“La Fillea intende avviare uno studio di fattibilità per capire se il centro Arcobaleno 3P della Guadagna, un complesso di 14 mila metri quadri, tra spazi esterni e interni, affidato dal 2010 dalla Curia all’associazione di suore Pro.Vi.De, può essere uno di quei soggetti che può usufruire delle ultime detrazioni rimaste in termini di bonus per l’edilizia”, spiega il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, che introduce l’iniziativa di domani.
Intervengono all’incontro: l’architetto Sabrina Padrut, l’assessore alla Mobilità Maurizio Carta, il dottore in Scienze Storiche Fabrizio Pedone, la docente del dipartimento di Architettura Giulia Bonafede, il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, Angelo Ficarra di Anpi Palermo, il consigliere comunale di Progetto Palermo Alberto Mangano, il docente di Diritto del Lavoro Alessandro Bellavista, Tiziana Calabrese del Laboratorio sociale Malaspina, l’architetto Ramon La Torre. Conclude il segretario generale Fillea Cgil nazionale Alessandro Genovesi. Modera il regista Alberto Castiglione.
“Domani ricordiamo una storia palermitana e italiana, di dimensioni nazionali che oggi risuona come familiare, rispetto a un contesto storico politico in cui forme di governo liberale di destra e con una cultura di impronta fascista (ieri governo Tambroni, oggi governo Meloni), gettarono migliaia di persone in una condizione di precarietà e di disagio sociale”, aggiunge il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo.
L’8 luglio di 63 anni fa, durante quegli scontri a Palermo in occasione dello sciopero nazionale indetto dalla Cgil dopo i fatti di Genova, a Palermo morirono, Giuseppe Malleo di 16 anni, raggiunto al torace da una pallottola di moschetto. Caddero poco dopo a terra privi di vita Andrea Cangitano di 14 anni, ucciso a colpi di mitra e Francesco Vella operaio di 42 anni. La quarta vittima fu Rosa La Barbera di 53 anni raggiunta da uno dei tanti colpi sparati all’impazzata dalla polizia mentre si apprestava a chiudere la finestra di casa.
La discussione, per celebrare l’anniversario, partirà dall’analisi del rapporto tra centro e periferia e dalla partecipazione popolare come forma necessaria per avviare un piano di trasformazione del quartiere.
“Sono stati realizzati interi quartieri lasciati nella marginalità assoluta, costruendo case inadeguate e non rispondenti agli standard abitativi – è un passaggio della relazione di del segretario Piero Ceraulo – Quello che prima veniva identificato come il territorio, si è trasformato in periferia, periferia abbandonata, sempre più distante dal centro storico in termini di servizi essenziali e mobilità”.
“Le città, soprattutto le grandi metropoli, e Palermo è una di quelle, citando Bernardo Secchi, uno dei padri dell’urbanistica italiana, sono il teatro perfetto delle crisi che investono i territori deboli come quelli del Sud del paese – aggiunge Ceraulo – Ogni crisi ha la necessità di portare con sè una riorganizzazione spaziale e tecnologica della produzione, nuovi rapporti sociali e nuovi assetti geopolitici. Molte città e molti territori si sono trovati a dover ripensare in maniera radicale la propria identità e la propria collocazione. Cosa che a mio modo di vedere, non ha fatto la città di Palermo. Chi ha amministrato negli ultimi 50 anni la nostra città è stato più interessato a guardare da un’altra parte piuttosto che rispondere alle esigenze di una collettività”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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