CATANIA – Federenergia e CISAL Catania, per voce di Pietro Scalia e Giovanni Lo Schiavo, denunciano i disservizi idrici che, nonostante l’assenza di una vera emergenza siccità, continuano a colpire a macchia di leopardo diversi comuni della Provincia etnea, in particolare nella fascia pedemontana.
In piena estate, il massiccio afflusso di residenti e turisti mette a dura prova una rete idrica già segnata da anni di carenze strutturali e scarsa manutenzione. La causa principale non è la mancanza d’acqua, ma un sistema infrastrutturale obsoleto e una gestione frammentata, con il nuovo gestore Servizi Idrici Etnei (SIE) non ancora pienamente operativo e i gestori transitori, come ACOSET e SIDRA, costretti a operare con risorse ridotte e margini d’azione limitati.
“La sicurezza idrica nel comprensorio etneo – sottolinea Lo Schiavo – paga lo scotto di decenni di bassi investimenti, dispersioni record e depurazione insufficiente, criticità che hanno persino portato a procedure di infrazione. È una situazione che incide pesantemente sulla vita dei cittadini, sull’agricoltura e sull’industria locale”.
Federenergia e CISAL chiedono a SIE e all’autorità d’ambito di approvare con urgenza il Piano Industriale, condizione indispensabile per avviare gli investimenti necessari alla modernizzazione della rete e degli impianti di depurazione.
Parallelamente, il sindacato richiama l’attenzione sull’importanza di campagne permanenti di sensibilizzazione per il risparmio idrico, richiamandosi anche al vademecum della Regione Siciliana elaborato dall’Autorità di Bacino, già trasmesso alla Città Metropolitana di Catania. “Ridurre sprechi e consumi è fondamentale – concludono Scalia e Lo Schiavo – ma senza un’azione strutturale e una gestione efficiente, la nostra provincia continuerà a vivere un’emergenza silenziosa, con conseguenze gravi per il presente e il futuro”.
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