“Su proposta del presidente Schifani, è stato approvato un emendamento governativo che prevede la possibilità di assumere un figlio per ogni donna vittima di femminicidio, applicando retroattivamente tale misura anche a cittadini stranieri con i requisiti specifici. Un intento sulla carta condivisibile, a cui non possiamo che dichiararci favorevoli. Ma la realtà è ben diversa: questa norma rischia di restare l’ennesima incompiuta. Siamo di fronte all’ennesimo specchietto per le allodole del governo regionale guidato da Renato Schifani”.
Lo ha dichiarato Mario Giambona, vicecapogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, intervenendo duramente sull’assenza di un reale fondamento normativo nazionale per dare concreta applicazione alla misura.
“Nel nostro ordinamento – ha spiegato Giambona – non esiste ancora il reato di femminicidio. Senza questo riconoscimento giuridico a livello nazionale, ogni tentativo di costruire tutele o misure di sostegno rischia di poggiare sul nulla. È indispensabile e urgente che il Parlamento introduca finalmente il reato di femminicidio come fattispecie autonoma. Senza questo passaggio, ciò che oggi è stato approvato è pura propaganda da parte del governo Schifani”.
Secondo Giambona, il governo nazionale guidato da Giorgia Meloni ha altre priorità perché “mentre si moltiplicano i femminicidi, il Governo è troppo impegnato con decreti securitari, che vanno a colpire perfino il diritto degli studenti a manifestare, piuttosto che affrontare alla radice la violenza di genere”.
“Il Partito Democratico non vuole alimentare aspettative che rischiano di essere tradite – conclude il deputato dem -. Fare chiarezza è un dovere verso le famiglie delle vittime. Se davvero si vuole combattere il femminicidio, non si può procedere con interventi simbolici e scollegati da un impianto normativo adeguato. Serve un impegno serio, strutturato e coerente, non annunci vuoti”.
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