Lanalisi sullandamento della demografia delle imprese siciliane nel 2023 che emerge dai dati di Infocamere elaborati dal centro studi di Assoesercenti, mostra una brusca battuta di arresto, rispetto ai dati degli ultimi due anni.

Infatti, nonostante le imprese iscritte nel 2023 in Sicilia siano cresciute del 10,25% rispetto allo scorso anno, si assiste ad un incremento delle cancellazioni di ben il 27,6% rispetto al 2022, con circa 25.700 imprese che hanno abbassato le saracinesche in questo anno, equivalente di 70 imprese al giorno.

A livello provinciale, sono Catania, Siracusa e Messina a mostrare il maggior trend negativo: Catania segna un saldo di -1.968 (+641 nel 2022) tra iscrizioni e cessazioni, Siracusa si attesta a -1.112 (lo scorso anno il saldo era positivo con +210), mentre Messina registra un saldo di -854 (+404 nel 2022). In controtendenza, invece, la provincia di Palermo che chiude il 2023 con un saldo positivo di +1.187 e quella di Trapani con +207.

Nella regione siciliana, tra i settori produttivi, il Commercio ed il Turismo (alloggio e ristorazione), pur con saldi negativi, tra iscrizioni e cessazioni (commercio -2.672 e turismo -83) mostrano un lieve decremento rispetto allo scorso anno, attenuato soprattutto dallaumento delle imprese iscritte con +78,3% rispetto allo scorso anno per il comparto del commercio ed un +175,3% per il settore alberghiero e della ristorazione.

Da evidenziare il crollo del settore edilizio che, a fronte di 2.452 nuove imprese (2.031 unità nel 2022) e di 2.786 cancellazioni (+41,3% rispetto allo scorso anno), registra un saldo negativo di -334 imprese nel 2023, in contrasto con il dato del 2022 che registrava un saldo positivo. Dati sicuramente influenzati dagli strascichi che ha lasciato il Bonus 110.

Il trend negativo del settore edile in Sicilia si ripercuote anche nel dettaglio delle province, con Catania, Ragusa e Siracusa che registrano il maggior incremento delle cessazioni rispetto al 2022. Sulla stessa onda dei dati regionali sono i dati del comparto turistico nelle province che mostrano un decremento dei saldi negativi rispetto al precedente anno. I dati del settore del commercio in Sicilia sono, invece, trainati soprattutto dai dati della provincia di Palermo che chiude con un saldo negativo, tra iscrizione e cessazioni, nel 2023 con -114 unità, contro il -804 del 2022 .    

Purtroppo afferma il presidente di Assoesercenti  Salvo Politino – lincubo chiusura per le imprese siciliane si è verificato e, nonostante la Sicilia dimostri ancora una volta la propriadinamicità imprenditoriale, ha visto nel 2023 ben 70 imprese al giorno chiudere i battenti.                                                            Lo scenario di ripresa post-pandemia è cambiato bruscamente per effetto della guerra russa-ucraina, per la crisi energetica e per la politica di rialzo dei tassi dinteresse della BCE.                          Tanto che migliaia di imprese siciliane nel 2023 sono state costrette ad arrendersi.  Pur se in misura minore rispetto all’emergenza Covid, anche la crisi attuale ha una fortissima componente settoriale. Gli impatti – prosegue Politino – sono molto differenziati a seconda del macrosettore in cui operano le imprese e legati a una molteplicità di fattori: la dipendenza diretta dal gas e dall’energia e/o da materie prime a essi collegati, la capacità di trasferire a valle gli aumenti dei costi e l’elasticità della domanda. Sono aumentati per le imprese i costi relativi agli oneri finanziari da sostenere sui finanziamenti in corso, i costi per rifinanziare i debiti, è crollata la domanda dei prestiti ed è cresciuto il tasso delle insolvenze di famiglie e imprese, è crollato il potere dacquisto delle famiglie siciliane e sono diminuiti i consumi. È giunto il tempo che non solo il Governo nazionale ma anche quello regionale si impegnino per aiutare le piccole e medie imprese. Lo statuto delle imprese, legge del novembre 2011 (governo Berlusconi) prevedeva che ogni anno entro il 30 Giugno venisse presentato un Disegno di Legge apposito per aiutare le imprese, ma forse la politica ha già dimenticato tutto. Al governo regionale chiediamo nuove misure per labbattimento dei costi energetici e dei tassi dinteresse che le imprese siciliane hanno dovuto affrontare e che in molti casi ha causato la chiusura definitiva. Chiediamo inoltre – conclude il presidente Assoesercenti – contributi sotto forma di sgravi fiscali per le imprese che effettuano nuove assunzioni o trasformano i contratti di lavoro a tempo determinato in tempo indeterminato

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