Un talento della ricerca nata in Sicilia sale sul palco nazionale del disegno e della rappresentazione: l’architetto Felice Romano, avolese, è stato insignito della Targa Gaspare De Fiore 2025, riconoscimento assegnato dall’Unione Italiana per il Disegno (UID) alle migliori tesi di dottorato del settore. La cerimonia di conferimento si è svolta a Roma, sabato 13 settembre 2025, nell’ambito del 46° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione tenutosi presso le sedi dell’Università La Sapienza e Roma Tre.
Il lavoro con cui Romano ha convinto la commissione è una ricerca poderosa e raffinata: “Jean-Jacques Lequeu. Il disegno di un enigma architettonico”, tesi di dottorato discussa all’Università degli Studi di Palermo (supervisori Francesco Maggio e Edoardo Dotto) e dedicata a uno degli autori più misteriosi della grafica architettonica tra Sette e Ottocento. Un’indagine che intreccia analisi grafica, modellazione 3D e storia della rappresentazione, con l’obiettivo di sciogliere alcuni dei nodi iconografici e metodologici che hanno reso Lequeu una figura di culto per storici dell’arte e dell’architettura.
La Targa De Fiore, riservata ai dottori di ricerca che abbiano discusso negli ultimi tre anni una tesi nell’area del Disegno, premia la qualità scientifica, l’originalità del metodo e la rilevanza dei risultati. Oltre al titolo, il riconoscimento prevede anche un premio in denaro e l’inserimento del lavoro nel circuito scientifico promosso dalla UID, a testimonianza di una comunità accademica che continua a investire sui giovani studiosi e sulle frontiere del visual thinking applicato all’architettura.
Per Avola, la notizia ha il sapore di una orgogliosa conferma: la ricerca che dialoga con i grandi temi europei della rappresentazione architettonica può nascere e crescere anche qui, tra il mare e gli agrumeti, e poi farsi strada nei contesti più autorevoli. Romano porta a casa un risultato che è insieme personale e collettivo: il segno di una generazione che, con rigore e immaginazione, restituisce profondità critica al disegno come strumento di conoscenza, progetto e racconto del mondo costruito.
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