Il 25 novembre Non Una di Meno Catania annuncia una mobilitazione cittadina per denunciare l’aumento della violenza maschile sulle donne e di genere e le politiche che, a livello locale e nazionale, continuano a smantellare strumenti e tutele fondamentali. L’appuntamento della mobilitazione locale sarà a Piazza Turi Ferro (ex Piazza Spirito Santo) dalle ore 19:00.
Le attiviste e gli attivisti scenderanno in piazza “perché la violenza patriarcale continua a permeare ogni spazio delle nostre vite: nelle case, nelle strade, nei luoghi di lavoro e di formazione, nei servizi che ci vengono negati e nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza che restano sottofinanziati. I femminicidi non sono fatti isolati, o una somma di casi ma l’espressione più estrema e visibile di un sistema che continua a considerare i nostri corpi come possesso, controllo e disciplina” afferma Mariagiovanna di Non Una di Meno Catania.
“Ogni anno – continua – centinaia di donne e persone LGBTQIA+ subiscono violenze fisiche, psicologiche ed economiche da partner o ex partner, spesso dopo ripetute denunce inascoltate, segnali ignorati o percorsi di protezione insufficienti. È un fenomeno sistemico, alimentato da una cultura che giustifica, minimizza o invisibilizza la violenza”.
Dora, portavoce di Non Una di Meno Catania, aggiunge: “L’aumento di femminicidi e suicidi indotti è direttamente legato al disinvestimento nei centri antiviolenza, alla mancanza di case rifugio, al taglio dei servizi sociali e a una giustizia che continua a essere patriarcale. È un’emergenza che dura da anni ma che viene affrontata solo con misure spot, securitarie o punitive, mai con politiche reali di prevenzione, educazione e autonomia economica”.
L’osservatorio nazionale di Non una di meno ha registrato lo scorso 8 novembre 78 femminicidi. Inoltre, ci sono almeno altri 67 tentati femminicidi e almeno 2 figlicidi, di due ragazzi uccisi dal padre per difendersi dalla violenza del padre verso la madre. Si registra almeno un caso in 15 Regioni, 42 Province e 70 città in tutta Italia. La Sicilia è al quinto posto per numero di eventi di questo tipo registrati. In 49% dei casi l’assassino era il marito, il partner, il convivente (38 casi). In 18 casi, a compiere il gesto è stato l’ex partner da cui la persona uccisa si era separata o aveva espresso l’intenzione di separarsi. In 11 casi, il femminicida è il figlio. Negli altri casi la relazione con la vittima era: amico, nipote, cliente, o conoscente.
“Aumentano le richieste di aiuto – spiegano le attiviste – aumentano le violenze domestiche e i femminicidi da parte di partner o ex partner, eppure si attaccano i centri antiviolenza e si vieta l’educazione sessuale, fondamentale per una cultura del consenso. Viviamo in un Paese in cui la povertà cresce, i salari restano tra i più bassi d’Europa e la legge di bilancio, austera e priva di risorse sociali, libera fondi per il riarmo e la produzione di armamenti. Non accettiamo che la guerra venga finanziata mentre i servizi essenziali vengono tagliati. Scendiamo in piazza per tutte quelle che non hanno più voce e per tutte noi – concludono le manifestanti – Ci vogliamo vive e libere!”
Per ulteriori informazioni e interviste: 3472986290
Luogo: Catania , Piazza Turi Ferro (ex Piazza Spirito Santo), CATANIA, CATANIA, SICILIA
Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.






Commenta con Facebook