Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime attenzione e partecipazione al dibattito sorto a seguito delle dimissioni del prof. Paolo La Greca, già vicesindaco e assessore all’Urbanistica del Comune di Catania.
Le reazioni della cittadinanza e delle associazioni delle persone con disabilità, che hanno accolto con sollievo la notizia, evidenziano un malessere profondo e diffuso rispetto a politiche urbane percepite come distanti dai principi di equità e inclusione.
Il diritto alla mobilità rappresenta un cardine della dignità personale e della cittadinanza attiva. Limitare o rendere complesso l’accesso agli spazi urbani per chi utilizza ausili o veicoli adattati equivale, di fatto, a ridurre la libertà di movimento e l’autonomia individuale.
Proposte amministrative che subordinano la circolazione dei titolari di contrassegno CUDE a procedure burocratiche o “percorsi alternativi” appaiono in contrasto con lo spirito della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009.
La città, luogo per eccellenza dell’incontro, deve essere pensata come spazio condiviso, accessibile e solidale. Ogni decisione in materia di mobilità urbana dovrebbe nascere da un confronto reale con le parti sociali e le associazioni, evitando visioni tecnicistiche che ignorano la quotidianità dei cittadini più fragili.
Il CNDDU auspica che le dimissioni del prof. La Greca possano aprire una nuova stagione amministrativa, fondata su dialogo, ascolto e co-progettazione.
Educare ai diritti umani significa anche costruire città che non escludano, ma che accolgano.
Catania ha oggi l’occasione di trasformare una crisi politica in un laboratorio di civiltà e democrazia concreta.
Il CNDDU sottolinea come l’educazione alla cittadinanza, promossa in tutte le scuole italiane, debba trovare corrispondenza nelle politiche territoriali.
Le istituzioni locali hanno il compito di tradurre i principi di uguaglianza e solidarietà in azioni amministrative concrete, capaci di tutelare ogni persona indipendentemente dalla condizione fisica o sociale.
È indispensabile, inoltre, un aggiornamento costante degli amministratori sulle normative nazionali ed europee in materia di accessibilità e inclusione. Solo una classe dirigente consapevole dei diritti fondamentali potrà evitare decisioni discriminatorie, anche se non intenzionali.
Perché il rispetto dei diritti non è un tema settoriale, ma la misura della maturità democratica di una comunità.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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