«Replico al novello onorevole Carlo Oteri ( e quindi al suo dante causa onorevole “occhi belli” Manlio Messina) con l’invito a Taormina, previo appuntamento con la mia segreteria, ed accompagnato dal già assessore regionale al Turismo Manlio Messina.
È evidente che Carlo deve mettersi d’accordo con se stesso in quanto, se l’articolo 24 del codice civile da lui citato prevede l’efficacia del recesso del comune di Taormina dall’anno successivo rispetto alla data di notifica della decisione alle controparti, non si comprende da cosa mi dovrei dimettere con efficacia immediata.
Le affermazioni di Carlo asseverano quanto da me sostenuto: che la fondazione Taoarte fosse il “pisciatoio” delle lobby politiche siciliane che trovano la massima sublimazione nella costellazione di Fratelli d’Italia.
Ho deciso di non avere a che fare con organismi lottizzati e gestioni del denaro pubblico non improntate ai canoni dell’efficienza efficacia ed economicità.
Io ho già amministrato 4 enti territoriali ed ora sto amministrando la magnifica comunità di Taormina ed è ovvio dunque che non posso accettare lezioni da chi non ha mai amministrato nemmeno un condominio .
Quando Carlo vorrà venire a Taormina con Manlio per un caffè sarò lieto di accoglierlo, ma non lo reputo all’altezza di disquisire con me di fatti contabili ed amministrativi.
Le faide all’interno di Fratelli di Italia, che testimoniano la mancata quadratura di spartizione politico clientelari, non rientrano tra i miei quotidiani interessi di buon amministratore».
Lo dichiara il leader di Sud chiama Nord e sindaco di Taormina Cateno De Luca
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