Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, nel giorno successivo alla ricorrenza dell’uccisione di Lia Pipitone e di suo cugino Simone Di Trapani, desidera rinnovare la memoria di queste giovani vite spezzate e ribadire il ruolo centrale della scuola nella costruzione di una società fondata sui diritti e sulla legalità.
Il 23 settembre 1983 Lia veniva assassinata a Palermo, vittima di una messinscena mafiosa che mascherava la volontà di punire la sua libertà. Aveva scelto di vivere senza condizionamenti, di crescere suo figlio fuori dalle logiche patriarcali e criminali che soffocavano la sua famiglia. Quella scelta di autonomia le costò la vita. Nei giorni successivi morì anche Simone, il cugino che le era vicino come un fratello, liquidato con la falsa etichetta di un suicidio. Insieme rappresentano la testimonianza di quanto possa essere pericolosa la ricerca di verità e indipendenza in un contesto dominato dall’omertà e dal potere mafioso.
Oggi, a distanza di oltre quarant’anni, la loro memoria continua a interrogare le coscienze. Le piazze di Palermo ogni settembre si riempiono di colori e di iniziative per ricordarli, mentre a livello istituzionale si avverte ancora la necessità di un atto di giustizia: il riconoscimento ufficiale di Lia come vittima innocente di mafia, superando l’ingiusto ostacolo normativo legato alla sua parentela con un boss. Lia non fu mai complice, ma al contrario pagò il prezzo della sua ribellione a un sistema che la voleva zitta e sottomessa.
In questo scenario la scuola si rivela il presidio più importante. Raccontare la storia di Lia e Simone tra i banchi non significa solo ricordare una pagina tragica, ma proporre agli studenti un modello di coraggio, di dignità e di scelta consapevole. È un’occasione per riflettere sul significato dei diritti, sulla violenza di genere, sul peso delle mafie e sul dovere della libertà personale. Ogni lezione che trae spunto dalla loro vicenda diventa seme di cittadinanza attiva e barriera contro l’indifferenza.
Accanto alla memoria, nascono anche iniziative concrete che portano il nome di Lia: centri antiviolenza, laboratori creativi, percorsi di autonomia economica per le donne. Sono esempi di come il ricordo non sia un esercizio sterile, ma possa generare cambiamento e speranza.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in questo 24 settembre, ribadisce il proprio impegno affinché Lia Pipitone e Simone Di Trapani continuino a vivere non solo nei luoghi della commemorazione, ma soprattutto nei cuori e nelle menti delle nuove generazioni. La scuola, con la sua capacità di formare coscienze, è chiamata a trasformare la memoria in futuro.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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