Palermo 11 settembre 2025 – Il consorzio Palermo Sud Est Scarl, impegnato nella realizzazione del collettore emissario sud orientale di Palermo, avvia la procedura di licenziamento collettivo per 21 unità. I lavoratori presto scenderanno da 70 unità a 38, perché nel conto ci sono anche una decina di interinali con il contratto in scadenza il 30 settembre.
Fillea, Filca e Feneal denunciano la condotta dell’azienda, l’impresa Manelli, e le ragioni che la stanno spingendo a dimezzare il personale. L’opera, il cui ente appaltante è il commissario straordinario unico per la depurazione Toto Cordaro, servirà a completare la rete fognaria della città di Palermo. Adesso ci saranno 75 giorni per trovare un accordo.
“Chiediamo alla struttura commissariale di intervenire al più presto, richiamando l’azienda al rispetto degli impegni presi, nella tutela dei lavoratori e nel rispetto della città. Sarebbe, infatti, impensabile concedere una proroga a una azienda che, in 4 anni, non ha raggiunto nemmeno il 50 per cento dell’opera a pieno regime, lavorando su due turni, e che oggi dichiara di essere disposta a continuare l’opera dimezzando il personale”, dichiarano i segretari di Fillea Cgil Palermo, Filca Cisl Palermo Trapani e FeneaL Uil Cosimo Lo Sciuto, Lorenzo Scalia e Salvatore Puleo.
L’azienda, nella procedura di licenziamento, parla di perdite continue di circa 500 mila euro mensili, che secondo la consortile giustificherebbero la condizione di sofferenza della commessa. Calcoli che sono “incomprensibili” per Fillea, Filca e Feneal, alla luce del fatto che l’importo dei lavori è stato determinato dall’offerta fatta dalla stessa impresa. Si tratta di più di 20 milioni di lavori previsti, (di cui già 19 milioni già incassati a meno di metà dell’opera, 13 milioni già rendicontati e altri 6 già riconosciuti dalla struttura commissariale). Lavori, inoltre, che avrebbero dovuto essere consegnati a breve e per i quali la stessa azienda sta chiedendo una proroga.
Già a luglio la Manelli aveva iniziato a parlare con i sindacati di riduzione del personale. Fillea Filca e Fenal, proprio ieri, in una nota alla struttura commissariale, avevano esposto le loro preoccupazioni sul proseguimento delle lavorazioni, denunciando un atteggiamento dell’azienda volto a creare incertezza e allarmismo tra i dipendenti, con l’intento di spingerli a trovare altri impieghi. Tra i segnali, impieghi di ferie forzate, contestazioni disciplinari ripetute, riduzioni nelle razioni dei pasti e nella distribuzione di dispositivi, come guanti e tute, per un risparmio economico.
“Subito dopo, quasi a voler confermare quanto da noi denunciato, oggi arriva la notizia dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo – aggiungono Lo Sciuto, Scalia e Puleo – Riteniamo deprecabile il reiterato tentativo di far leva sui lavoratori per ottenere partite economiche. Ipotesi confermata dalla stessa azienda che scrive che ‘risulta necessario ridurre la perdita netta nell’esecuzione dei lavori’ ad oggi quantificabile in 500 mila euro mensili, almeno fino a quando la stazione appaltante non vorrà riconsiderare i corrispettivi economici
dell’appalto’ “.
Le organizzazioni sindacali degli edili annunciano che attiveranno tutti i percorsi per contrastare la riduzione del personale. E ribadiscono che “la scelta di avviare la procedura di licenziamento collettivo al solo scopo di risparmiare e far leva per ottenere più soldi è illegittima”.
“Non possiamo accettare di assistere all’ennesimo caso di aziende che si aggiudicano lavori in Sicilia con grandi ribassi e che dopo aver recuperato il possibile, lasciano che i tempi di consegna delle opere si dilatino o addirittura che si blocchino- proseguono i segretari di Fillea Cgil Palermo, Filca Cisl Palermo Trapani e FeneaL Uil Cosimo Lo Sciuto, Lorenzo Scalia e Salvatore Puleo – Non saremo disposti ad accettare soluzioni che contemplino il licenziamento dei lavoratori. Non esistono ragioni utili a far risparmiare l’azienda, a scapito dei lavoratori e della collettività”.
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