È uscito il videoclip di “Amanda Lear”, il nuovo singolo dei Fuoricentro, band orbitante nel panorama rock milanese che utilizza la musica come strumento per veicolare messaggi sociali. Il brano apre un Ep che sarà pubblicato a febbraio 2026. 

L’omaggio alla celebre artista iconica e poliedrica apre il confronto tra gli anni della “Milano da bere”, in cui l’Europa intera guardava al futuro con fiducia, e l’epoca attuale, caratterizzata da guerre, cambiamento climatico, povertà diffusa, solitudine e isolamento sociale. Nel video – realizzato grazie a Eppolpiemilano, nella location milanese di via Lecco, con la regia di Matteo Fiacchino e la collaborazione di Tiziana Ferlazzo e Verdiana Monaco – uno schermo sintonizzato sulla “TV future” mostra il terribile scenario futuro. A fare da guida è il frontman Maurizio Camuti, con i suoi baffi alla Dalì.


«È un invito alla serenità smarrita, quella di cui l’umanità necessita per tornare a occuparsi delle priorità del pianeta, ormai in caduta libera – spiega Camuti –. Conflitti, crisi ambientale, povertà, fratture sociali ed egoismi, alimentati dall’uso spasmodico delle nuove tecnologie, ci allontano dalla bellezza del “giardino dell’universo” che dovremmo smettere di maltrattare. La figura di Amanda Lear rappresenta simbolicamente la forza dell’arte, capace di trasformarsi e di creare una nuova realtà».

Il singolo si conclude con l’auspicio di una nuova armonia autentica, in cui responsabilità individuale e collettiva possano fondersi in un’unica dimensione di consapevole solidarietà. «L’essere umano è l’unico essere vivente in corsa verso l’autodistruzione – aggiunge –. Ma può ancora invertire la rotta, rispettando il dono del creato che ha ricevuto senza alcun merito».


Per questo i Fuoricentro continuano a utilizzare la musica per scuotere le coscienze. “Amanda Lear”, realizzata da Maurizio Camuti, Giovanni Rosina e Paolo Sala, arriva dopo altre pubblicazioni che si muovono nella stessa direzione: “Ossessioni parallele”, una critica alla società dei consumi; “Pia Contessa”, dedicata all’omofobia; “Milano” – patrocinata dallo stesso Comune – che rende omaggio all’omonima città da un punto di vista alternativo rispetto ai suoi stereotipi; “Valigie di cartone”, che affronta il tema delle migrazioni dal Sud al Nord Italia; “Piedi gonfi”, legata alla violenza sulle donne; “Con un mazzo di rose”, che affronta le pari opportunità negate; “Oggetto numero 7” e “Non è tutto finito”, sull’emergenza climatica e sulla violenza sugli animali. Perché la musica è una forma d’arte e può creare un mondo diverso.

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