Rieccolo, lo spettro oligopolio, attraverso la cancellazione del tetto massimo di finanziamento agli enti, nel settore della Formazione professionale in Sicilia. Sarebbe nascosto, anzi malcelato, ancora una volta nelle pieghe della nuova legge di stabilità regionale, e riceve il vade retro di Ugl Sicilia e delle organizzazioni datoriali maggiormente rappresentative Cenfop, Forma.re, Forma Sicilia, e Fedeterziario Scuola Sicilia. “L’Ugl da tempo combatte contro le distorsioni nel settore della formazione professionale – dichiara Giuseppe Messina, dirigente nazionale dell’Ugl – che nel passato sono state sempre il preludio a scandali che hanno pregiudicato l’immagine e l’operatività del sistema formativo siciliano. Ci risulta in atto, nella sessione di fine anno di approvazione della legge di stabilità, un ennesimo tentativo piratesco di azzerare la norma che fissa il tetto massimo di finanziamento nel settore della formazione professionale. Guardando ai prossimi anni, l’Ugl torna a chiedere al governo regionale l’impegno, chiaro e senza retropensieri, per prevenire la nascita a dismisura e senza controlli di sedi avventizie e temporanee non sempre collegate con il territorio, senza verifiche appurate e preventive sulla consistenza dei locali, delle attrezzature e dei laboratori”. Per Messina, “nel mirino adesso c’è il segmento dell’Istruzione e della Formazione professionale (IeFP), comparto delicatissimo perché è rivolto ai minori in obbligo scolastico che per accedere ai percorsi triennali o quadriennali per l’ottenimento di una qualifica o un diploma professionalizzante, devono aver acquisito  il diploma di scuola media inferiore”.

“Come di consueto – puntualizza Tony Marfia, segretario regionale di Federterziario Scuola – i soliti noti si ripresentato per imporre un modello oligopolistico in un settore che dovrebbe per sua natura garantire la massima pluralità. Spiace apprendere che componenti della politica siciliana si prestino così facilmente alle desiderata di una sparuta rappresentanza in barba a ciò che rappresenta la totalità dei centri formativi siciliani. Sono certo che la stragrande maggioranza della deputazione siciliana è contraria a queste pratiche e saprà ostacolare questo tentativo di deriva oligopolista”.

Dello stesso parere Gabriele Albergoni di Cenfop Sicilia: “Apprendiamo che all’Ars è in atto un clamoroso tentativo di ripristinare lo status quo nel settore della formazione professionale ad opera di taluni enti che attraverso la compiacenza di determinata politica vogliono riportare il sistema ad una logica di accentramento e accaparramento, gli stessi che avevano già tentato di far abolire l’attuale buona norma, impugnandola innanzi al Tar di Palermo senza alcun esito. Confidiamo nel Parlamento, auspicando che l’eventuale revisione della norma possa avvenire presso la sua naturale sede, ovvero la V commissione parlamentare, attraverso un confronto aperto e leale, fuori dai lavori per l’approvazione degli strumenti finanziari della Regione”.

Per Emilio Romano, presidente di Forma.Re., che rappresenta in Sicilia Forma nazionale, “c’è un sogno che abita nella testa e nel cuore di chi partecipa all’esperienza di Forma, ed è quello di avere un sistema della formazione in Sicilia che rispetti il diritto allo studio dei ragazzi che decidono di scegliere la IeFP, che abbia sedi idonee con laboratori e aule adeguate, che eroghi percorsi di qualità, che dia la possibilità di espressione a diversi modelli educativi anche di enti piccoli, che dia occupazione reale con contratti a tempo indeterminato, che crei occupazione, il tutto in sinergia con l’istituzione pubblica. Eliminare un limite al finanziamento dei corsi per singoli enti serve solo a 3-4 enti che vogliono creare un sistema oligopolistico di potere ed interesse finanziario e clientelare. Anche per Gabriele Leanza, che rappresenta Forma Sicilia, “la Regione dovrebbe riequilibrare il sistema della Formazione, prevedendo il mantenimento del limite ai finanziamenti assegnati ai singoli enti. È auspicabile che l’amministrazione applichi un sistema di redistribuzione delle risorse eccedenti bloccando la nascita di centri di potere nel settore della formazione professionale”.

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