Gela con I suoi 27 Km di spiaggia dorata, con le sue navi arcaiche, con la sua necropoli, con siti archeologici unici al mondo, con i propri lingotti di oricalco, con un museo di interesse internazionale, con un teatro e porto greco ancora sepolti, con le innumerevoli chiese in centro storico; continua a essere famosa per la bruttezza dovuta all’industria, a ENI.
ENI con i propri impianti arrugginiti deturpa il paesaggio, prima ancora lo ha inquinato, lo sfrutta, praticamente un sanguisuga, un cancro che succhia la vitalità di un territorio che non riesce a liberarsene. La magistratura è assente: il disastro ambientale, può aspettare. La politica è complice. Il sindaco dovrebbe obbligare Eni a demolire le enormi cisterne arrugginite e bonificare seriamente le falde, sappiamo che per un dipendente Eni, l’ultimo in ordine cronologico è irrealistico.
Tutte le città in cui non vi è Eni crescono, Gela invece è in involuzione, decrescita, deflazione. A Gela non esiste porto, autostrada, ferrovia. Una città sottosviluppata dove la multinazionale fatturava due miliardi ogni anno.
Tratto da “affarifinanza.it”.
Nonostante sia considerata una delle terre più belle al mondo, la Sicilia nasconde anche qualche pecca esordisce così il giornale “affarifinanza.it” quanto scrive di Gela.
Nella classifica della top 10 città più brutte d’Italia Gela è al secondo posto. (È ultima anche per la sanità, qualità della vita, cultura e molto altro ancora, aggiungiamo).
“Situata sulla costa meridionale dell’isola, questa città è percepita come la città più brutta della bellissima Sicilia a causa del polo petrolchimico dell’ENI che ha apportato vari danni ambientali invece di creare sviluppo e prosperità. L’alto tasso di inquinamento e negligenza l’ha portata a queste vette.”
Condividiamo pienamente l’articolo dell’importante giornale, evidenziamo che da Gela scappano ogni anno centinaia di famiglie per cercare fortuna altrove; a Gela ci sono più locali chiusi che aperti; l’instabilità psichiatrica di alcuni gelesi, malcurati, abbandonati dalle stesse famiglie, frustati, che chiedono aiuto, compassione e conforto, dai vicini, agli amici, ai condomini, nei rioni inizia a preoccupare, sono sempre più i gelesi malati mentali e con gravissimi problemi economici, vittime della società che “gridano aiuto!” tra le strade, nei balconi, nelle chiese, nelle piazze.
È facile parlare dell’economia di Milano, delle Università di Bologna, del porto di Genova, del turismo di Porto Cervo; ma, bisogna spiegare al Governo che: in Italia esistono pure posti come Gela.
Luogo: Studio Immobiliare , Berchet, 5, GELA, CALTANISSETTA, SICILIA



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