Una rete di fibra ottica estesa per 120mila chilometri in tutta Italia, e in particolare in Sicilia tra le regioni più cablate e digitalizzate del Paese, potrebbe essere di supporto per il monitoraggio degli sciami sismici, contribuendo ad offrire dati rapidi e precisi per sondare il territorio.

A Catania, Open Fiber ha presentato l’impatto economico e sociale che potrebbe subire un sistema del monitoraggio sismico tradizionale, sia in termini di riduzione dei costi sia efficientando questo processo di rilevazione con l’introduzione della tecnologia network sensing. In occasione del congresso internazionale degli istituti di geosifica svoltosi a Palazzo Platamone, il tema è stato approfondito e dibattuto per quattro giorni da numerosi geoscienziati, esperti di fotonica, ricercatori, produttori di strumenti e fornitori di reti in fibra ottica da tutto il mondo.

All’evento sono intervenuti Marianna Hovsepyan e Daniele Brenda, entrambi del team Network Engineering & Innovation Technology di Open Fiber.

In questa occasione sono stati presentati i risultati del progetto sperimentale ‘MEGLIO’ che nasce dalla collaborazione tra Open Fiber, INGV (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), INRIM (Istituto nazionale di ricerca metrologica) e altri partner. I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla celebre rivista scientifica ‘Nature’.

La fibra ottica diventa così uno strumento ricettivo dei movimenti tellurici del sistema di telecomunicazione nazionale. Il network sensing non permette di prevedere i terremoti, ma è il primo fondamentale passo per realizzare un sistema di allerta rapida per segnalare alle popolazioni le scosse imminenti, in quanto permetterebbe di monitorare i territori che oggi non sono coperti dai sismografi e, inoltre, di misurare anche le piccole variazioni che sfuggono alla strumentazione tradizionale.

“Il network sensing trasforma un cavo in fibra ottica in un sensore laser. La luce, infatti, ha diverse proprietà come la lunghezza d’onda, l’intensità e la polarizzazione. Questi parametri possono essere elaborati in tempo reale grazie all’intelligenza artificiale e restituire informazioni fondamentali per la comprensione dei fenomeni sismici”, ha spiegato Hovsepyan nel corso della sua relazione.

“In quest’ottica, fornire accessibilità all’infrastruttura in fibra ottica in modo capillare su tutto il territorio nazionale assume un ruolo fondamentale non solo per fare in modo che persone e città possano rimanere costantemente connesse le une alle altre, ma anche per sfruttare tutto il potenziale della fibra ottica come sensore, in grado di rilevare varie tipologie di eventi lungo centinaia di chilometri, potenzialmente sull’intera lunghezza del cavo”, ha detto Brenda intervenendo al panel al quale hanno partecipato diversi rappresentanti delle aziende di telecomunicazioni.

I movimenti sismici una volta tradotti in dati e registrati potrebbero essere trasportati velocemente, visualizzati come in un sismogramma ed essere interpretati con un’applicazione software.

Si tratta di affiancare gli strumenti tradizionali per la rilevazione dei sismi con la trasformazione delle reti di telecomunicazioni in sistemi di monitoraggio. Questo permetterebbe agli studiosi di recepire e monitorare una mole di dati maggiore sui quali basare il loro lavoro. Un processo che può contare sulle caratteristiche tecniche e peculiari della fibra ottica che può quindi evolversi in ulteriori e innumerevoli applicazioni: dal monitoraggio delle frane alla verifica strutturale di edifici, ponti, strade, reti ferroviarie e reti elettriche.


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