Piazza Armerina (EN) – A seguito della decisione del Tribunale di Roma riguardante il rientro in Italia dei dodici migranti trasferiti in Albania, Don Bosco 2000, per voce del suo Presidente, Agostino Sella, esprime una profonda riflessione sulla gestione dei flussi migratori e sul rispetto dei diritti umani.

“La decisione di oggi era ampiamente prevedibile e dimostra, ancora una volta, il fallimento delle politiche migratorie improntate al populismo”, ha dichiarato Sella. “La migrazione è un fenomeno globale complesso, che richiede soluzioni ponderate, rispettose delle persone e del diritto internazionale. Non può e non deve essere strumentalizzata per finalità di propaganda politica, soprattutto quando ciò comporta il sacrificio dei diritti umani fondamentali.” 

La sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre, cui i giudici romani si sono richiamati, ha chiarito che un Paese può essere considerato sicuro solo se garantisce, su tutto il suo territorio, la protezione dei diritti fondamentali senza eccezioni. Egitto, Bangladesh, Tunisia e altri Paesi da cui provengono molti dei migranti non soddisfano questi criteri, rendendo inapplicabili le procedure di trasferimento attuate in fretta e furia dal governo italiano. “Trasferire migranti in Albania, Paese che purtroppo non offre le necessarie garanzie per una protezione adeguata, si è rivelato un errore grave e costoso”, ha aggiunto Sella.

“Questa vicenda, e il fallimento delle misure adottate, mostrano chiaramente che la migrazione non può essere trattata come una questione da risolvere con soluzioni facili e di facciata, come il governo ha cercato di fare”, ha proseguito. “Dietro ogni migrante c’è una storia, una sofferenza, una speranza di un futuro migliore. Tentare di respingere queste persone con misure sbrigative non fa che aggravare il problema, spingendo chi è in fuga dalla miseria o dalla guerra in un limbo di incertezza e violazione dei propri diritti”.

Don Bosco 2000, che da anni lavora sul fronte dell’accoglienza e della cooperazione internazionale, ribadisce l’importanza di affrontare il fenomeno migratorio con umanità e lungimiranza. “Serve un approccio basato sul dialogo, sulla cooperazione tra i Paesi e sul rispetto della dignità umana”, ha continuato Sella. “Le politiche migratorie devono essere pensate per garantire l’integrazione e l’inclusione, non per creare barriere o alimentare paure infondate”.

Il ritorno in Italia dei dodici migranti non è solo un atto dovuto dal punto di vista legale, ma rappresenta anche un monito per il futuro: la protezione dei diritti umani deve essere sempre al centro delle politiche migratorie. “Come associazione impegnata sul campo, continueremo a lavorare per promuovere una migrazione sicura e dignitosa, fondata sul rispetto dei diritti umani e su soluzioni concrete che mettano al centro la persona”, ha concluso Sella.


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