Il tema dell’emergenza sanitaria post covid in Sicilia continua a tenere banco fra continue notizie di mala sanità e allarmati dati sulla migrazione sanitaria. “I dati forniti da Agenas ci dicono che su 10 prestazioni effettuate al Nord solo una al Sud, le ecografie addominali sono state il 10% in meno, le prime visite neurologiche il 13%, quelle oculistiche addirittura il 24%. Le visite di controllo, a diagnosi già avvenuta sono scese del 15%. Tutto cio’ – evidenzia Salvatore Messana Responsabile Sanità – sta generando la abitudine a rivolgersi a stutture a pagamento, ovviamente per chi ne ha la possibilita’, con una stridente disparita’ tra cittadini, in disapplicazione del dettato costituzionale in materia.” In un periodo storico così complicato ottemperare alle esigenze sanitarie di un nucleo familiare diventa economicamente insostenibile. Messana aggiunge:“Le liste d’attesa sono un problema enorme, è disumano che qualcuno non possa curarsi perché il nostro sistema sanitario non gliene dia la possibilità. E’ un problema di risorse, ma il governo Draghi aveva messo a disposizione delle regioni risorse economiche poi non utilizzate. Ben 165 milioni non spesi e tenuti in cassaforte o utilizzati per altre finalità, soprattutto dalle regioni come la Sicilia con i piu’ alti tassi di migrazione sanitaria. Durante la pandemia moltissime attivita’ diagnostiche, terapeutiche e chirurgiche sono state per necessita’ differite e oggi i cittadini ne stanno pagando il prezzo anche a causa dell’irresponsabile immobilismo del governo nazionale e di molte regioni, in particolare è inaccettabile il lassismo del Governo Schifani.”
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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