(RM – 11/2/2024) – Sono già state spese ed investite di pregio parole riferite a quanto accaduto lo

scorso aprile nell’Istituto Penitenziario di Reggio Emilia e, recentemente, saltato agli onori

(ops…oneri, purtroppo) della cronaca. – A dichiararlo è Mimmo Nicotra Presidente della

Confederazione Sindacati Penitenziari (CON.SI.PE.) – Potrebbe sembrare ridondante ma si ritiene

opportuno condividere lo sdegno di quanto perpetrato ai danni di un ristretto, vittima di personaggi

che nulla hanno a che fare con la dignità e la professionalità del Corpo di Polizia Penitenziaria.

Ciò che, però, preme porre in luce in questa missiva è la strumentalizzazione che tale vicenda ha

ritenuto porre in essere un ex appartenente all’Amministrazione Penitenziaria, un ex Dirigente

Generale, oggi, per voci di corridoio, consulente per l’Amministrazione stessa, dal quale,

sinceramente, non ci si aspettava che un educato e rispettoso riguardo per TUTTI gli appartenenti

al sistema penitenziario, se pur solo in memoria di un senso di gratitudine (che dovrebbe non

abbandonarlo) per la propria brillante carriera.

Continua Nicotra – il Dott. Sbriglia ha forse dimenticato che la Polizia Penitenziaria ha svolto ai

suoi tempi e svolge tuttora compiti istituzionali che, in un contesto di EQUILIBRIO e non di

SERVILISMO, garantisce anche il raggiungimento degli obiettivi quasi “personalizzanti e

personalizzati” dei Funzionari del Comparto Funzioni Centrali e che, nel tempo, ha avuto il grande

pregio di volersi identificare e farsi identificare quale Corpo di Polizia dello Stato?

Verrebbe quasi spontaneo, per mero e sterile campanilismo, scadere nel tranello teso dal Dott.

Sbriglia che vorrebbe ri-animare e foraggiare una lotta intestina all’Amministrazione che parrebbe

porsi quale fine una esasperazione della dicotomia Comparto Sicurezza/Comparto Funzioni

Centrali strumentale a non si sa quale personale sadica soddisfazione…

No! Non faremo questo errore!!

Perché, al contrario di quanto farraginosamente esplicato dal Dottore sopra citato, la vera speranza

di TUTTI gli operatori della macchina penitenziaria, Funzionari, Dirigenti, dell’uno e dell’altro

Comparto, è di raggiungere una amministrazione del sistema penitenziario equilibrato e

sensatamente equalitario in termini di ruoli, competenze ed incarichi, sarebbe quello di conoscere che un sano parallelismo , che non ingeneri ingerenze e interferenze, tra

amministrazione nel senso più puro della definizione e sicurezza si traduca in un dialogo

funzionale prodromico ad una esecuzione detentiva e penale quanto più aderente ai mandati

costituzionalmente garantiti.

Per tutti questi motivi, rivolgendoci al Dott. Sbriglia come se ci leggesse, si goda il Suo status di

quiescente osservatore esterno con più serenità ed obiettività, conforti, se lo riterrà proprio

necessario, il pensiero di quanto si stia realizzando, con commenti e disamine scevre da personali

livori e semmai con l’intento di proporre punti di vista utili, non di certo intrisi di sdegno ed

eticamente poco edificanti vista la Sua pregressa funzione istituzionale.

All’Amministrazione Penitenziaria si rivolge invito di monitorare interventi di tale rilevanza

come per qualsiasi commento censurabile espresso da ogni appartenente all’amministrazione

stessa, ritenendo di intervenire, se opportuno, con modalità appropriate ad una Istituzione che ha

l’Obbligo di difendere l’onore ed il rispetto dei propri appartenenti, ancor più se Pubblici Ufficiali.

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